In occasione del concerto del primo maggio ieri è andata in scena una furiosa polemica tra Matteo Salvini e Fedez. Il primo è andato all’attacco del Concertone, perché “gli italiani lo pagano 500mila euro” (anche se in realtà l’evento è organizzato e pagato dai sindacati). Il secondo gli ha risposto che la Lega invece “ci costa 49 milioni”, ricordando la condanna alla restituzione dei soldi pubblici che il Carroccio ha ottenuto di poter rateizzare in ottanta anni.
La risposta della Lega a Fedez: e il cappellino della Nike allora?
In serata però Salvini e gli altri vertici del Carroccio hanno tirato fuori un argomento nuovo. Su Instagram il Capitano ha pubblicato uno scatto che ritrae Fedez con un cappellino e il simbolo della Nike cerchiato in rosso accompagnato dalla frase: “Alla faccia del divieto di pubblicità in Rai…”. Salvini sosteneva che Fedez abbia indossato quel cappello perché sponsorizzato dalla Nike. E poco dopo Massimiliano Capitanio, capogruppo Lega in Vigilanza Rai, gli è andato dietro: “Nella giornata dei diritti dei lavoratori, Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale. Probabilmente le polemiche montate dal cantante erano finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike? Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?”.
Subito dopo è arrivata anche la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili. “‘Canta che ti passa’ invece Fedez preferisce fare un comizio, trasformando il ‘concertone’ in un festival dell’Unità vecchio stile. E, dal palco in diretta Rai3, mentre pubblicizza indirettamente la Nike indossando un cappello logato, il politico-cantante insulta, con tanto di nomi e cognomi, rappresentanti del mondo associativo pro Life. La cui ‘colpa’ è quella di criticare il ddl Zan e l’introduzione del reato di omotrasfobia”.
Fratelli d’Italia e il cappellino della Nike di Fedez
E ancora: “La smodata esibizione del cantante – prosegue Rauti – è la conferma del furore ideologico del ddl Zan. E dell’intolleranza verso tutti coloro che dissentono dal ‘pensiero unico’. Così, abusando del servizio pubblico pagato da tutti noi e senza possibilità alcuna di contraddittorio, viene lanciato ed imposto un messaggio politico a senso unico. Funzionale alla più generale offensiva gender. Le esternazioni di Fedez sono l’ulteriore conferma di voler reprimere la libertà di espressione e di opinione di chi la pensa diversamente”, conclude.