da Beirut
Yulia Shesternikova
Sembrava fossero tornati i tempi della politica estera della I Repubblica, dove le posizioni italiane avevano un peso nello scenario internazionale e che l’Italia potesse avere una posizione autonoma rispetto alle potenze Europee, invece in poche ore, tutto smentito. Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha dimostrato di essere subalterno a Francia, Inghilterra e Stati uniti. Dopo il vertice al Palazzo Chigi, il governo italiano ha stabilito che si è oltrepassato il punto di non ritorno condannando l’atteggiamento del regime siriano. La Siria come non mai è vicina a diventare oggetto di aggressione militare da parte dell’Occidente. Pare però che le strategie occidentali non siano ben chiare al riguardo. Nonostante il governo siriano abbia accettato di lasciare che gli investigatori dell’Onu ispezionassero la zona di Ghouta facendo notare che il territorio è sotto il controllo dei ribelli e abbia collaborato pienamente, da oltreoceano arriva la risposta, una dichiarazione che rimarcava il fatto che l’autorizzazionr siriana fosse arrivato troppo tardi. È difficile capire fino a che punto Obama sia pronto a spingersi. E ancora più difficile capire come il Premio Nobel per la Pace nel 2009 per i suoi sforzi a rafforzare la diplomazia internazionale, potrebbe ignorare la legge internazionale e, basandosi sulla miserabile e ipocrita politica angloamericana, attaccare il legittimo governo siriano trasformando così il Medio Oriente in una palla infuocata e travolgere tutti. C’è una grande paura a Damasco. I pochi giornalisti che erano presenti in città stanno abbandonando i teatri di guerra. Negli ultimi giorni i combattimenti si sono intensificati. Cadono piogge di mortai artigianali fatti a mano dai ribelli. Colpiscono i tetti delle abitazioni e le strade. Vengono sparati a caso, in tutte le direzioni, indifferenti a quello che può capitare ai civili. I ribelli stanno perdendo terreno nei confronti dell’esercito. Per questo si appigliano a qualsiasi giustificazione per chiedere i bombardamenti americani. E se si inizia a combattere, è difficile immaginare ciò a cui si arriverà. Ma una cosa è certa che il problema del Medio Oriente non può essere risolto con la guerra. Intanto le fonti americane hanno ribadito che l’attacco militare alla Siria è previsto nei prossimi giorni.