Il vaccino Sputnik contiene un adenovirus capace di replicarsi. Questo è uno dei motivi in base ai quali Anvisa, l’autorità sanitaria del Brasile, ha negato la possibilità di usare nel Paese il vaccino russo Sputnik. L’agenzia ha citato nella sua decisione presa lunedì sera “rischi inerenti” e “gravi difetti” nella sua composizione. Ma anche una mancanza di informazioni su sicurezza, qualità ed efficacia. Ma il difetto più pericoloso è che l’adenovirus presente nel siero può riprodursi, ha determinato Anvisa.
Adenovirus capace di replicarsi: qual è il problema del vaccino Sputnik
Ana Carolina Moreira Marino Araujo, direttrice generale dell’organismo, ha spiegato che si è deciso che il rischio è troppo grande. Ma Gustavo Mendes, responsabile della valutazione di farmaci e prodotti biologici di Anvisa, ha aggiunto che il difetto più pericoloso è che l’adenovirus presente nel siero può riprodursi. L’adenovirus viene usato come vettore nello Sputnik: il codice genetico del virus Sars Coc-2 viene inserito nell’adenovirus che, una volta inoculato nell’organismo umano, stimola la produzione di anticorpi.
Gli adenovirus si replicano naturalmente nel corpo umano, ma quando vengono usati per i vaccini, questa capacità dev’essere neutralizzata: secondo Anvisa, ciò non accade nello Sputnik. Al contrario, dice Mendes, “la capacità di replicarsi è stata osservata in tutti i campioni esaminati”. C’è da dire che non si conoscono con certezza cosa succede se il vaccino Sputnik ha un adenovirus capace di replicarsi. Per saperlo dovrebbero essere svolti trial specifici con adenovirus replicanti. Si può solo supporre che il virus potrebbe causare raffreddori, ma anche gastroenteriti e peggiorare gli effetti collaterali. Nella maggior parte delle persone gli adenovirus causano un’infezione lieve.
Adenovirus capace di replicarsi: cosa può succedere con il vaccino Sputnik
La decisione dell’Agenzia nazionale di vigilanza sanitaria brasiliana Anvisa di rinviare l’approvazione del vaccino anti-Covid russo Sputnik V “è, sfortunatamente, una decisione di natura politica”. Che “non ha nulla a che vedere con l’accesso dell’agenzia a informazioni scientifiche”, ha dichiarato l’agenzia di produzione del vaccino russo. Sottolineando anche che la mossa “contraddice una precedente decisione del ministero della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione del Brasile. Il quale aveva riconosciuto lo Sputnik V come un vaccino sicuro e ne aveva permesso la produzione in Brasile”.
Il problema di “Sputnik” sembra essere grave. Il vaccino dovrebbe essere costituito da virus incapace di replicarsi, mentre TUTTI i campioni analizzati in Brasile contenevano virus IN GRADO DI REPLICARSI. Non stupisce la bocciatura all’unanimità. https://t.co/dVuH4gUMOq pic.twitter.com/Aj6FB7lcbB
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) April 28, 2021
Adenovirus replicante: cosa succede
«Se però l’adenovirus si replica può causare infezioni che nei soggetti immunocompromessi possono essere gravi» segnala l’immunologa Antonella Viola. «Il dato emerso – osserva Derek Lowe, chimico farmaceutico ed editorialista, autore del blog In the pipeline ospitato sulla rivista Science – probabilmente non causerà grossi problemi alla popolazione vaccinata, ma è un rischio completamente inutile. E se un tale vaccino sta andando a decine di milioni di persone (o più), sembra certo che ce ne saranno alcune danneggiate da questo problema evitabile».
Nessuna certezza neppure sull’immunità a Sars-CoV-2, che in teoria dovrebbe essere mantenuta, a condizione che il vettore esprima ancora il virus di Covid-19 . Di sicuro i lotti arrivati in Brasile non sono quelli su cui si è basato lo studio pubblicato su Lancet lo scorso febbraio in cui si segnalava un’efficacia del 91,6% contro la malattia sintomatica e dove non è emersa la problematica della replicazione dell’adenovirus Ad5. Il vaccino «fallato» è arrivato solo in Brasile? Tutti i Paesi che lo hanno approvato, San Marino compreso, hanno fatto analisi dettagliate? Ci sono ancora tantissime domande senza una risposta.