È un tumore osseo al femore, ovvero un sarcoma raro, la malattia di Laura Boldrini. Lo dice lei stessa al Corriere della Sera oggi in un’intervista: si tratta di un tumore di rara gravità, di solito resistente alla chemioterapia.
La malattia di Laura Boldrini: tumore osseo al femore
Dice di essersene accorta “a metà marzo, il 10 aprile mi sono operata. Non c’era da perdere tanto tempo”. L’operazione consiste nell’innesto di una protesi dopo l’asportazione della parte malata. “Mi hanno tagliato 25 centimetri di femore e al suo posto hanno messo una protesi in titanio, con una calza. L’osso ricrescerà, ma non sarà una passeggiata. La cosa positiva è che non hanno trovato infiltrazioni. Non voglio pensare a cosa sarebbe stato se la mia amica non avesse insistito”. Boldrini è stata operata “al Rizzoli di Bologna, un ospedale dove ho trovato grande competenza e tanta umanità. Bisogna dirlo, in favore della nostra sanità pubblica sempre bistrattata, a furia di fare tagli. Adesso spero che l’Italia approfitti del G20 per i vaccini”.
La malattia, dice Laura Boldrini, l’ha cambiata: “Ho scoperto di essere vulnerabile e fragile, non avevo mai avuto a che fare con la malattia e sono sempre stata abituata ad avere un modo di vita dinamico e veloce. Ora sto scoprendo un’altra dimensione”. Ora pensa ai piccoli gesti: “Sono tornata oggi (ieri per chi legge ndr), ho retto bene il viaggio. Sono tornata a Roma ma non ancora a casa, sono in ospedale perché devo fare tanta fisioterapia e impadronirmi di nuovo anche dei piccoli gesti”. Come quello di “Alzarmi e mettermi a letto da sola, sarà una conquista, come fare le scale”.
Sarcoma: cos’è il tumore osseo al femore
Il tumore osseo al femore, o osteosarcoma, è il tumore più comune fra quelli primitivi delle ossa. Ha origine da precursori degli osteoblasti, alcune delle cellule di cui è composto un osso, bloccati nel processo di differenziamento verso la cellula matura in una forma immatura e cancerosa.
A uno sguardo superficiale le ossa possono sembrare tessuti “morti” per via della loro durezza e del fatto che non cambiano forma una volta raggiunta l’età adulta. Le ossa sono in realtà costituite da cellule vive e attive che contribuiscono a mantenerne forma e forza. In Italia si registrano ogni anno circa 700 nuovi casi di tumori maligni primitivi dell’osso e il 20-25 per cento è rappresentato da osteosarcomi (110-125 casi all’anno). L’osteosarcoma può colpire a qualunque età, ma è più frequente tra gli adolescenti e i giovani adulti e non ci sono grandi differenze nell’incidenza annuale tra maschi e femmine.
I principali trattamenti per l’osteosarcoma sono la chirurgia e la chemioterapia, spesso utilizzate in combinazione. Sono allo studio nuove terapie per combattere l’osteosarcoma, come le terapie immunomodulanti che spingono il sistema immunitario del paziente ad attaccare e distruggere il tumore. Risultati positivi sono stati ottenuti dall’utilizzo del farmaco mifamurtide, che agisce come stimolatore della risposta immunitaria, mentre studi recenti con anticorpi che tendono a riattivare la risposta mediata dalle cellule T hanno dato risultati deludenti. A causa della complessità genetica dell’osteosarcoma, che provoca la presenza di alterazioni molecolari multiple, le terapie mirate a specifici bersagli hanno trovato finora scarsa applicabilità. Pertanto la terapia dell’osteosarcoma è ancora legata prevalentemente all’uso di farmaci chemioterapici convenzionali.
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Ieri su Facebook Boldrini aveva annunciato che stava per lasciare l’ospedale. “Esco dall’ospedale Rizzoli di Bologna trasformata rispetto alla donna che vi è entrata due settimane fa. Indubbiamente sono stati i giorni più difficili della mia vita, che hanno lasciato segni indelebili nel corpo e nella mente. La malattia che si impone e mette tutto il resto in secondo piano, la malattia che tira fuori le fragilità nascoste sotto corazze sapientemente costruite nel corso di una vita. Non si è mai pronti, specialmente quando ad abbattersi è uno tsunami inaspettato”.
Boldrini ha pubblicato una foto che la ritrae con le stampelle insieme ad alcuni medici e infermieri dell’ospedale Rizzoli. Ed è a loro che la deputata rivolge un pensiero di “profonda gratitudine”. “A chi mi ha operata, a chi mi ha curata e assistita in questi giorni. Con competenza e umanità. Volti che, sia pur nascosti sotto la mascherina, rimarranno per sempre impressi nei miei ricordi” scrive. “Ora torno a Roma, ma non ancora nella mia abitazione, per poter affrontare questa nuova e faticosa fase, questo percorso ad ostacoli che ho davanti e che voglio superare per ritornare alla normalità, all’impegno politico e sociale di sempre. Sapendo che nulla sarà più come prima”, conclude Boldrini.