Con la maggioranza gialloverde aveva fatto incassare bene al botteghino elettorale. Quindi niente di strano se torniamo a vedere il film della Lega di lotta e di governo. Il copione è sempre lo stesso. Salvini promette cose impossibili, illudendo un’Italia stremata dalle misure anti-Covid che si possa riaprire di più, perlomeno spostando il coprifuoco, e per questo minaccia di votare contro l’Esecutivo di cui fa parte, salvo al dunque fare pippa e tenersi le poltrone.
Un sistema di dubbia efficacia per recuperare consensi, visto che ormai tutti sanno come va a finire. E anzi controproducente, perché se attacchi tutti i giorni il ministro Speranza e poi non gli voti la sfiducia insieme alla Meloni, confessi che Giorgia fa sul serio mentre nel Carroccio hanno scherzato. Per fortuna a Palazzo Chigi prevale ancora il buonsenso, e con questa logica si è avviato un alleggerimento delle chiusure senza cedere anzitempo a un pericoloso “liberi tutti”, con il quale si rischia di vanificare i sacrifici fatti finora e compromettere la stagione estiva.
Perciò non vince la linea Draghi, o Speranza o Conte, di cui è rimasta l’impalcatura, ma si va avanti con responsabilità, anche nell’interesse di quelle categorie economiche a cui non è stato detto che montagna di costi possono avere i minuscoli benefici di un’ora di coprifuoco in meno. Aiuti evidenti per chi ha le attività chiuse da mesi, ma irrisori se dovessimo ripiombare nell’emergenza sanitaria. Uno scenario che si sta allontanando grazie ai vaccini, e che sarebbe da pazzi rivedere per cieco tornaconto elettorale.