Mario Draghi sul Covid non ne ha azzeccata una. Questo è il giudizio di sintesi di Massimo Galli, immunologo dell’Ospedale Sacco di Milano, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Il docente dell’Università Statale di Milano da più di un anno è impegnato contro il coronavirus in corsia e nel dibattito pubblico. Ed ha ben chiaro cosa sta accadendo.
Massimo Galli: “Il premier Draghi sul Covid non ne ha azzeccata una”
Galli dice che sulle riaperture dal 26 aprile ha prevalso la linea Salvini: “Se devo essere franco non avrei pensato prevalesse così velocemente. Ma sono in profondo disaccordo con tutta la strategia adottata dall’Italia. Mi duole dirlo, perché su Mario Draghi, come milioni di italiani, riponevo molte aspettative, ma sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una”. Secondo il professore il premier ha sbagliato anche su AstraZeneca: “Sul vaccino AstraZeneca abbiamo avuto un allineamento passivo su posizioni internazionali che non ci potevamo permettere visto lo stato della
diffusione del contagio in Italia. Inutile dire, come fa Maurizio Crozza che è un attento osservatore, come sia più facile essere colpiti da un fulmine che da una trombosi dopo il vaccino. Troppe concessioni sono state fatte anche al partito trasversale pro riapertura delle scuole”.
Galli punta il dito sulla campagna vaccinale. E spiega: “Da qui al 26 aprile al trotto attuale avremo tre milioni e mezzo di nuovi vaccinati a esagerare, quindi 17 milioni in tutto. Il che significa non arrivare neppure a trenta dosi ogni cento persone. Per capirci, nel Regno Unito sono a sessanta dosi ogni cento persone. E risultati importanti si ottengono quando vengono superate le cento dosi ogni cento persone perché vuol dire che si è già partiti con i richiami”.
“Troppi pochi i vaccinati”
E aggiunge che il rischio è che i positivi siano molti di più di quelli attualmente rilevati: “Ci saranno un milione di infezioni attive in Italia o pensate che tutti i positivi si fanno il tampone e vengono a saperlo?”. Massimo Galli punta il dito sul piano vaccinale: “I vaccini sono lo strumento per proteggere dalla malattia grave e mortale del Covid-19, non sappiamo quanto dall’infezione di SarsCov2. E, infatti, seppur poche, ci sono persone infettate già vaccinate che però non si aggravano. Attenzione al ruolo che in questo senso possono svolgere le varianti. Prendiamo Manaus, in Brasile: la sciagurata politica di assenza del contenimento intrapresa dal presidente Jair Bolsonaro e la peculiarità di quella città ha portato a un 60 per cento di contagiati (era la quota ipotizzata un anno fa dai consiglieri inglesi di Boris Johnson per aggiungere l’immunità di gregge)”.
“Ecco, l’immunità di gregge non è stata mica raggiunta, il virus ha invece avuto mutazioni che hanno generato varianti in grado di infettare di più e reinfettare anche”. Per Galli “ne usciremo solo correndo appresso al virus, in modo migliore di come stiamo facendo”. E l’ultima risposta è molto sibillina: “I ministri mi chiamano per chiedermi consigli? Sarebbe indiscreto parlarne, ufficialmente non sono consigliere proprio di nessuno”.