Non c’è solo il riconoscimento al reddito di cittadinanza nel rapporto Ocse “Going for Growth 2021”. Ma anche l’apprezzamento per tutta una serie di riforme varate nel 2019 e nel 2020 dal governo Conte. Si va dalla legge Spazzacorrotti al piano Cashless, dagli incentivi per assumere giovani e donne alle Semplificazioni. Ovvero a tante misure che continuano a essere il bersaglio preferito delle forze politiche di centrodestra e non solo (vedi l’ostilità dei renziani nei confronti del Reddito di cittadinanza).
Il sistema di protezione sociale dell’Italia, dichiara l’Ocse, “è stato nettamente migliorato grazie al Reddito di cittadinanza che introduce sussidi più elevati per le famiglie e condizioni più rigorose per l’ottenimento delle prestazioni”. “È la migliore risposta ai suoi detrattori”, commentano i parlamentari pentastellati. “Grazie al M5S questa misura di civiltà esiste e ha aiutato oltre un milione di famiglie durante la pandemia. Ne siamo orgogliosi”, dice l’ex ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Ma, dicevamo, non c’è solo la misura bandiera dei pentastellati a meritare un punto d’onore. L’organismo internazionale con sede a Parigi sotto cinque grandi aree (Infrastrutture, Governance e Pa, Lavoro, tassazione, concorrenza e regolamentazione) passa in rassegna le riforme varate nel 2019-2020 e vi affianca alcune raccomandazioni. Sotto il primo capitolo si riconosce che i provvedimenti del precedente esecutivo hanno comportato un aumento degli investimenti pubblici grazie anche alle Semplificazioni in materia di appalti.
Sempre il decreto Semplificazioni ha introdotto novità positive, dalla possibilità di accedere ai servizi pubblici via app al sistema basato sull’identità digitale che consente “autocertificazioni, domande e pagamenti, nonché notifiche digitali da più enti statali“. Il decreto ha anche “riformato le sanzioni per abuso d’ufficio per garantire che la paura di essere perseguiti anche senza illeciti non ostacoli il processo decisionale”.
Grazie alla Spazzacorrotti sono state introdotte, poi, “misure aggiuntive per rafforzare la lotta alla corruzione“. Nel capitolo sul lavoro trovano spazio il riconoscimento al reddito di cittadinanza e agli incentivi fiscali introdotti nel 2019 per incoraggiare l’assunzione di giovani e donne, poi irrobustiti con la legge di Bilancio per il 2021. In ambito fiscale, infine, l’Ocse cita sei riforme: la “fatturazione digitale obbligatoria“, la riduzione del cuneo fiscale, quanto fatto in tema di corporate equity, l’introduzione di “assegni familiari più generosi” dal 2022 in sostituzione delle detrazioni fiscali, l’ampliamento delle “dichiarazioni dei redditi precompilate”, l’introduzione del Piano cashless “per incentivare il passaggio dai pagamenti in contanti a quelli digitali”.
Vuota invece è la casella della ”Concorrenza e regolamentazione” che l’Ocse indica come “nuova priorità”. Ovviamente è riccala lista delle raccomandazioni. Sul fronte del lavoro si invita, per esempio, a migliorare i percorsi di formazione e di ricerca del lavoro attraverso l’Anpal. Ma soprattutto madre di tutte le riforme è quella della PA.
La “priorità essenziale” per favorire la ripresa dell’Italia è rappresentata dalla “promozione dell’efficienza della pubblica amministrazione, principalmente nell’ottica di migliorare la gestione degli investimenti pubblici e rendere, al contempo, più efficaci l’assegnazione e il coordinamento dei compiti di attuazione delle varie politiche tra i diversi livelli di governo. Passaggi chiave, questi ultimi, per un efficace utilizzo dei fondi del Recovery e per la piena realizzazione dei vantaggi attesi dalle previste riforme strutturali”.