Che le riunioni carbonare ordite dall’ex pm Luca Palamara hanno devastato la reputazione delle toghe agli occhi dei cittadini, è cosa nota. Ma a sorprendere è soprattutto l’effetto devastante che lo scandalo ha causato all’interno della magistratura, sempre più sfiduciata, che appare evidente in tutta la sua chiarezza dall’ultima elezione suppletiva del Consiglio superiore della magistratura che ha eletto la consigliera Maria Tiziana Balduini, di Magistratura indipendente, segnando il record negativo di votanti con appena 5.710 votanti sui 9.222 aventi diritto.
Un crollo di partecipazione iniziato sin dal momento in cui è deflagrato lo scandalo, ciò a riprova di quanto pesi sul Csm l’inchiesta che due anni ha terremotato le toghe, tanto che alle scorse elezioni i votanti erano stati 5.991 mentre alla tornata ancora precedente erano state addirittura 6.799.
E pensare che la votazione di ieri, resa necessaria per scegliere un togato con funzioni di giudice di merito in sostituzione di Marco Mancinetti, quest’ultimo dimissionario proprio per lo scandalo dell’ex pm Luca Palamara, era di quelle storiche perché doveva dare prova della ritrovata unione d’intenti tra i magistrati italiani ma questa appare ancora lontana. L’unica cosa certa è che l’esito della votazione che ha visto trionfare la Balduini con 2.086 voti, staccando il rivale Luca Minniti di Area fermo a 1.637 preferenze, porta a sette il numero delle donne consigliere a Palazzo dei Marescialli.
Un numero mai visto prima e che finalmente si avvicina a quello dei colleghi togati che, al momento, sono nove. Ma è presto per parlare di svolta rosa all’interno del Csm perché la vera disparità continua ad essere nei membri laici, quest’ultimi eletti dal Parlamento, che sono otto e tutti uomini. Eppure se è un risultato positivo per le donne, lo è ancor di più per Magistratura Indipendente, la corrente delle toghe più moderata e in passato guidata dall’attuale senatore di Italia Viva Cosimo Ferri, che con la nomina della Balduini diventa il secondo gruppo al Csm con quattro consiglieri, alle spalle della corrente di sinistra Area che ne ha 5.
Una situazione ben diversa da quella di inizio consiliatura quando Mi e Unicost, la corrente di centro, avevano entrambi 5 consiglieri ma sono state travolte dallo scandalo Palamara portando alle dimissioni di tre consiglieri per parte. Unicost attualmente vanta 2 rappresentanti mentre Autonomia e Indipendenza ne ha 3 dopo l’abbandono di Nino Di Matteo passato tra gli indipendenti.
PROCEDIMENTI DA DEFINIRE. Disaffezione a parte, tutti guardano alle prossime elezioni che nel 2022 rinnoveranno l’organo di autogoverno delle toghe. In attesa di ciò va avanti l’opera di analisi delle chat tra l’ex pm Palamara e decine di magistrati che sono finiti nel mirino del Csm. Intanto ieri il plenum ha archiviato la pratica aperta nei confronti del procuratore di Milano, Francesco Greco. Come si legge nella delibera, non c’è stata nessuna “impropria interferenza” nelle nomine dei procuratore aggiunti di Milano “né risultano condotte suscettibili di incidere sull’imparzialità ed indipendenza del dottor Greco, neanche sotto il profilo dell’immagine, nella sede oggi occupata”.
Oggi, invece, il Csm tornerà a riunirsi e nel corso dell’assemblea plenaria vaglierà anche la richiesta di archiviazione del fascicolo che era stato aperto nei confronti del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho. Un verdetto che sembra scontato visto il parere favorevole alla chiusura del caso dato dalla Commissione.