Mentre i riflettori di tutta Italia sono puntati su Roberto Formigoni che ha riconquistato l’agognato vitalizio da 7mila euro al mese, è lungo l’elenco di quanti si apprestano a stappare lo champagne perché destinati alla stessa sorte.
Vitalizi. Col verdetto del Senato i pregiudicati sperano di riprendersi il malloppo
La pronuncia dell’organismo interno di Palazzo Madama, presieduto dal forzista Giacomo Caliendo, come si legge nel dispositivo che La Notizia ha potuto visionare, dispone “l’annullamento erga omnes dell’impugnata deliberazione del Consiglio di Presidenza n57 del 2015”. Ossia è applicabile a tutti gli ex parlamentari che si sono visti tagliare o revocare l’assegno pensionistico dalla delibera Grasso. Ma c’è di più. A beneficiare della restituzione saranno tanto i senatori quanto i deputati, sia se hanno presentato ricorso che se non lo hanno fatto.
Il Celeste è probabilmente l’ex parlamentare più in vista tra quelli che, condannati, si sono visti tagliare il privilegio nel 2015 a seguito delle due delibere firmate da Pietro Grasso e Laura Boldrini, all’epoca dei fatti rispettivamente presidente del Senato e della Camera. Ma non è di certo l’unico. In quel caso furono diciotto i parlamentari che, dovendo scontare pene superiori ai due anni, si sono visti revocare l’assegno. Così con la decisione di martedì, tra chi si appresta a brindare c’è sicuramente Ottaviano Del Turco sulla cui pratica è attesa già oggi la decisione con un verdetto che appare già scritto nonostante l’allora presidente di regione è stato condannato a 3 anni e 11 mesi per induzione indebita nella Sanitopoli abruzzese.
Silvio, Cecchi Gori & Co. tornano all’incasso?
Nella lista di chi teneva sott’occhio la battaglia dal Celeste ci sono anche i forzisti Silvio Berlusconi, condannato a 4 anni di cui 3 condonati per il caso Mediaset, e Marcello Dell’Utri. Ma se per il Cavaliere l’esito appare scontato, per il suo ex fedelissimo le cose potrebbero essere diverse. L’ex senatore forzista, infatti, nel 2019 ha finito di scontare la sua pena detentiva di 7 anni. Poi diventati 5 grazie alla libertà anticipata, a seguito della condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Come si legge nella decisione, nonostante l’annullamento della delibera del 2015, “la Commissione precisa altresì che se mai – sussistendone le condizioni – dovrebbero trovare applicazione nei riguardi delle pensioni in godimento da parte degli ex senatori”, “le norme generali del 2019 o del 2012 che prevedono la sospensione del pagamento (…) in caso di condanne definitive per determinati gravi reati”.
Nell’elenco degli ex parlamentari che, salvo colpi di scena, riotterranno il vitalizio ci sono anche l’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo (ex Pli) condannato a 5 anni per un giro di mazzette. L’ex Msi Giancarlo Cito condannato a 2 anni per abuso d’ufficio, violenza privata e tentata concussione. L’ex senatore Ferdinando Di Orio (Pds) condannato a 2 anni e 6 mesi per induzione indebita. Vittorio Cecchi Gori condannato a 5 anni per il crac della Safin Cinematografica. Franco Righetti (Margherita) condannato per vicende immobiliari, come anche gli eredi di Giuseppe Ciarrapico (Pdl). Che è deceduto ma era stato condannato a 3 anni per truffa e quelli di Giorgio Moschetti (Dc). Tra chi, analogamente a Dell’Utri, potrebbe restare a bocca asciutta c’è Vincenzo Inzerillo (Dc)condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.