La Danimarca cesserà definitivamente di somministrare il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca, in seguito ai casi di coaguli di sangue. Lo riferisce l’emittente danese “Dr”, citando proprie fonti. La decisione rimette in discussione il programma vaccinale della Danimarca, ma i dettagli completi il governo li rivelerà nel corso di una conferenza stampa del governo.
La Danimarca molla definitivamente AstraZeneca
L’emittente pubblica danese ha aggiunto che oggi verrà diffuso un programma aggiornato delle vaccinazioni, nel quale il farmaco della compagnia anglo-svedese non sarà più incluso. Tv2, sul sito, spiega di aver ricevuto questa informazione da fonti anonime, ma ha deciso di pubblicarla ritenendola rilevante per il pubblico. L’utilizzo di AstraZeneca in Danimarca le autorità lo avevano sospeso l’11 marzo, per approfondire i possibili legami tra il vaccino ed episodi di coaguli, rari ma gravi. Con l’esclusione di AstraZeneca, secondo gli esperti citati dal Copenaghen Post, il programma di vaccinazione potrebbe non essere completato prima della fine dell’anno.
In una nota è spiegato che c’è “un possibile collegamento tra casi molto rari di coaguli di sangue anomali, perdita di sangue, bassa conta piastrinica ed il vaccino di AstraZeneca”. “Questo – prosegue la nota – insieme al fatto che l’epidemia di Covid-19 in Danimarca è attualmente sotto controllo e altri vaccini sono disponibili contro il Covid-19, è stato determinante nella decisione dell’Autorità sanitaria danese di continuare il suo programma di vaccinazione contro il Covid-19 senza il vaccino di AstraZeneca”.
Intanto il paese annuncia anche che riaprirà gradualmente i suoi confini ai cittadini di alcuni Paesi europei a partire dal primo maggio. Si prevede che per quella data i danesi più anziani avranno ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid, e il Paese potrà quindi accogliere cittadini europei già immunizzati. Dal 14 maggio l’ apertura sarà estesa anche ai non vaccinati purché provenienti da Paesi europei con bassi tassi di contaminazione. Questi viaggiatori dovranno comunque fornire un recente test negativo e isolarsi all’arrivo.
Perché i problemi di coaguli di sangue e trombosi sono collegati all’eparina
I problemi di coagulazione che si sospetta possano essere causati dai vaccini anti Covid che utilizzano un vettore virale assomigliano a quelli causati, sempre in rarissimi casi, dal farmaco anticoagulante eparina, ma ancora sul possibile meccanismo biologico alla base del fenomeno ci sono solo ipotesi. Lo afferma in un articolo su Nature Sabine Eichinger, ematologa dell’università di Vienna, uno dei primi ricercatori a notare la possibile correlazione.
Nei casi osservati, spiega l’esperta, c’è una combinazione di trombi, che si formano in luoghi atipici come il cervello e l’addome invece che nelle gambe, e di deficienza di piastrine, la parte del sangue che dovrebbe in teoria favorire la coagulazione. Un fenomeno simile alla cosiddetta ‘trombocitopenia indotta dall’eparina’, una reazione rarissima al farmaco. “Su cosa potrebbe scatenare la reazione però ci sono solo ipotesi – spiega Eichinger -. forse è qualcosa nel vettore, forse uno degli eccipienti del vaccino, forse qualcosa nel processo di produzione”. Per fare luce sul problema l’Ema ha chiesto ad AstraZeneca diversi test di laboratorio, ricorda l’articolo, ma sta anche supportando due distinti gruppi di ricerca indipendenti con base in Olanda, incaricati di far luce su possibili correlazioni tra vaccino e problemi di coagulazione, che dovrebbero dare i primi risultati entro un paio di mesi.