Non sono bastate le bocciature che del condono hanno fatto la Banca d’Italia, la Corte dei Conti e l’Ufficio parlamentare di bilancio, a scoraggiare i fautori della sanatoria fiscale (leggi l’articolo). Anzi in barba ai giudizi negativi emessi da via Nazionale e dai magistrati contabili, secondo cui il condono comporta “disparità di trattamento nei confronti dei contribuenti onesti” e incentiva l’evasione, i parlamentari tornano all’assalto della misura che nel decreto Sostegni contiene il colpo di spugna per le cartelle esattoriali sotto i 5mila euro, maturate tra il 2000 e il 2010, e per i contribuenti con reddito fino a 30mila euro.
E lo fanno per tentare di allargare le maglie del condono. Si tratta di un fronte trasversale che da Forza Italia arriva fino alla Lega, passa per Italia viva e Fratelli d’Italia, e lambisce il M5S. I pentastellati in realtà sulla questione si dividono in due fronti tra chi è fermamente contrario alla misura, come il senatore Primo Di Nicola che ha già dichiarato che non voterà il condono, e chi invece sponsorizza una sanatoria dalle maglie più larghe. L’articolo del provvedimento che contiene l’annullamento dei debiti col fisco è l’articolo 4.
Ebbene se da una parte c’è Di Nicola, che con altri 15 senatori, tra attuali ed ex 5Stelle, chiede la soppressione dei commi da 4 a 9 che contengono il condono, dall’altra parte troviamo la senatrice pentastellata Felicia Gaudiano che chiede di estendere il periodo per le cartelle da stralciare al 2015. Richiesta fotocopia della senatrice 5S è quella della collega di Italia viva, Donatella Conzatti. I senatori renziani Gelsomina Vono e Mauro Marino chiedono poi in un altro emendamento che siano annullati i debiti fino al 2015 per le imprese e i lavoratori autonomi che abbiano conseguito nell’anno 2019 un fatturato inferiore a un milione di euro.
Mentre fotocopia della richiesta avanzata dal senatore ed ex giornalista 5 Stelle quella che arriva da Leu (Errani, De Petris, Laforgia, Grasso, Ruotolo) fermamente contraria a qualsiasi forma di condono. Chi gioca ad allargare le maglie della sanatoria sono nel centrodestra Lega e FI, soprattutto. La capogruppo degli azzurri a Palazzo Madama, Anna Maria Bernini, è la prima firmataria, assieme ad altri 48 senatori, di un emendamento che annulla i debiti di importo residuo fino a 10mila euro (dagli attuali 5mila), estende il periodo del condono di 5 anni fino al 2015 e aumenta il limite di reddito da 30mila a 40mila euro per i beneficiari dello stralcio. Non solo. Gli azzurri pensano anche agli imprenditori.
Per quanti di loro accedono al contributo a fondo perduto i senatori Maurizio Gasparri e Massimo Ferro chiedono che vengano stralciate le cartelle sui debiti di importo residuo fino a 20mila euro. E ancora: che non si consideri il limite di reddito di 30mila euro e che il periodo venga esteso al 2015.
La Lega invece ha presentato una proposta di modifica (prima firma Alberto Bagnai in compagnia di altri 10 senatori tra cui Armando Siri) con cui la soglia viene innalzata a 10mila euro delle cartelle da stralciare e si alza il limite di reddito per quanti possono usufruire del condono da 30mila a 50mila euro. FdI (prima firmataria Isabella Rauti) invece chiede che siano annullati i debiti di importo residuo fino a 5000 euro dal 2000 al 2019 per i nuclei familiari in cui è presente un componente disabile e in cui il reddito familiare non sia superiore a 30mila euro.
Il partito di Giorgia Meloni poi si concentra sullo stralcio dei crediti inesigibili e riprova ancora una volta l’assalto al cashback chiedendone la sua cancellazione. Una misura voluta da Conte proprio in chiave anti-evasione.