Il Giornale racconta che presso il centro vaccini di Tor Vergata ieri a Pasqua quaranta persone, tra cui una centenaria, si sono presentate per ricevere la vaccinazione ma hanno trovato chiuso. E sono dovute tornare a casa senza vaccinazione.
A Tor Vergata si presentano in 40 per la vaccinazione ma trovano chiuso: tra loro una centenaria
Il quotidiano racconta che le quaranta persone non sono state informate, non un avviso sul telefono, una mail o una lettera che dicesse loro di non presentarsi. Non un cartello affisso all’esterno dell’ingresso, non un addetto che desse spiegazioni sulla chiusura del centro vaccinale. L’unica persona che, come sempre, presidiava l’ingresso era una guardia giurata che non era a conoscenza della situazione e non ha potuto dare nessun tipo di informazioni.
Comprensibile la rabbia di chi, nel giorno di Pasqua, si è recato a Roma Tor Vergata per ricevere il vaccino e ha trovato chiuso senza nemmeno aver avuto una piccola spiegazione. Eppure, come hanno lamentato molti di quelli che, furiosi, si sono presentati per ricevere la loro dose, appena tre giorni fa sui loro telefoni è arrivata la conferma della prenotazione e dell’appuntamento per il giorno di Pasqua.
Il secondo ospedale più importante di Roma chiude il centro vaccini senza preavviso. Nonna Trieste, 100 anni, sedia a rotelle, torna a casa. Senza preavviso e senza una spiegazione plausibile. @RegioneLazio @nzingaretti @matteorenzi @EnricoLetta @robersperanza pic.twitter.com/TRimNkNtpq
— Andrea Bernardi 博安迪 (@Bernardi_UK) April 4, 2021
L’utente Andrea Bernardi su Twitter ha pubblicato un video per raccontare la vicenda: “Il Policlinico Universitario di Tor Vergata, capitale d’Italia, nel 2021. Non l’ultimo ambulatorio di provincia. Neanche un sms, una email, un cartello. Centro vaccini chiuso senza spiegazioni”. Successivamente ha scritto: “Ci chiama l’ospedale. Sostengono che la regione ha emesso prenotazioni errate (in un pomeriggio di chiusura). Nonostante la richiesta del policlinico, la Regione non avrebbe provveduto a cancellare e riprogrammare le prenotazioni errate”.