Sapete quanto vale oggi l’evasione fiscale in Italia? Sapete quanto sottraggono al fisco i “furbetti” del Belpaese? E quanti condoni ci sono stati nel corso degli anni? E soprattutto: sapete quante promesse di intervento a riguardo sono state fatte per essere poi puntualmente disattese?
Domande capitali che pesano come un macigno su cos’è oggi l’Italia e cosa avrebbe potuto essere se solo alcune delle leggi annunciate fossero state tradotte in realtà. A questi e molti altri quesiti risponde la sconvolgente inchiesta di Primo Di Nicola (nella foto), Antonio Pitoni e Ilaria Proietti in Parassiti. Ladri e complici: così gli italiani evadono (da sempre) il fisco (edito da Paper First).
Un’opera omnia per certi aspetti, che spiega per filo e per segno e con precisione certosina come siamo arrivati ai 107 miliardi di evasione stimati oggi nel nostro Paese. Un tuffo inquietante nel buco nero dell’evasione, appunto, da cui si riemerge con rabbia. Che i tre cronisti di peso (Di Nicola non ha bisogno di presentazioni, essendo stato penna storica di tante inchieste per L’Espresso, prima di approdare al Fatto, dunque alla direzione del Centro, e infine eletto senatore coi Cinque Stelle; Pitoni, dopo la direzione al Punto e un passato tra Fatto ed La Stampa, è oggi vicedirettore de La Notizia; Proietti è firma di tanti scoop sempre col Fatto) potessero offrire un’indagine così accurata e mai realizzata finora su un tema così decisivo per le sorti del nostro Paese, dovrebbe non stupire.
Eppure alla fine si rimane comunque spiazzati da quello che i tre scrittori ricostruiscono. Ci sarà un motivo – viene da pensare – se dagli anni ‘70 ad oggi nulla è cambiato. Ci sarà una ragione se 50 anni fa l’allora ministro delle Finanze Luigi Preti prometteva inutilmente che “basterà spingere un bottone e avremo i nomi degli evasori”, e oggi ci troviamo con la stessa guerra promessa da Mario Draghi e poi sfumata nell’ennesimo condono a favore di furbetti e furboni del Fisco.
L’mpressione è che in mezzo secolo di storia tutto sia cambiato tranne l’evasione fiscale che, anzi, si è nutrita di leggi mancate e provvedimenti ad hoc. E neanche basta un secolo per rintracciare il primo condono dato che bisogna tornare indietro alla remissio tributi di Adriano, come ricordano gli autori. Da allora è stato un continuo. Che è pure peggiorato, tra silenzi istituzionali e corruzione anche tra le toghe col mercimonio di sentenze. Allora bisogna arrendersi? Gli autori urlano un secco no. Perché? Bisogna arrivare alla fine del libro per scoprirlo.