Mercoledì, dopo il via libera del Cdm al nuovo decreto Covid, cantava vittoria il leader della le Matteo Salvini, affermando che avrebbero preferito sì maggiori spiragli sulle aperture. Ma in ogni caso si dichiarava soddisfatto per aver ottenuto la promessa di un alleggerimento delle misure restrittive. Tramite una semplice delibera dello stesso Cdm (e non dunque un decreto) qualora i dati sulla pandemia fossero migliorati.
Con Salvini non c’è Speranza
Il buonumore però gli è durato poco e ieri ha continuato a fare quello gli riesce meglio: polemiche, slogan propagandistici e attacchi sguaiati. Questi ultimi peraltro rivolti a esponenti del governo – i ministri della Salute Speranza e della Cultura Franceschini che nell’esecutivo sono i più “rigoristi” – che lui stesso appoggia, un cortocircuito evidente ma a cui del resto il Capitano ci ha abituato: un po’ Lega di lotta e un po’ Lega di governo, nella convinzione che questo doppio binario possa “tenere buono” il suo elettorato più intransigente (liberi professionisti, partite Iva, imprenditori, insomma i “non garantiti” che dal perdurare della chiusura delle attività commerciali continuano ad avere i danni più evidenti).
E fargli recuperare terreno a destra, sempre più appannaggio di chi all’opposizione coerentemente c’è davvero – Giorgia Meloni con il suo Fratelli d’Italia che gli ultimi sondaggi danno ad una manciata di punti dal Carroccio – con la leader avanti anche nel gradimento personale: secondo l’ultima rilevazione di Index Research in testa alla classifica ci sono appunto la Meloni e Giuseppe Conte con il 36%, seguiti dal segretario dem Enrico Letta al 33% e solo quarto Salvini col 29%.
“Tenere gli italiani chiusi dopo Pasqua sarebbe un sequestro”
E in ogni caso la presidente di FdI, pur manifestando il suo dissenso nei confronti delle scelte dell’esecutivo (“Al fianco delle migliaia di imprenditori e lavoratori. Che da Nord a Sud stanno manifestando, usando buonsenso, contro scelte illogiche – e spesso contraddittorie – e per il loro sacrosanto diritto di lavorare. Seguendo tutte le normative anti contagio, per poter andare avanti”, ha scritto ieri su Twitter) usa toni meno “rudi” di Salvini.
“Tenere chiusi gli italiani dopo Pasqua, anche se la scienza dice che si può riaprire in sicurezza, sarebbe un sequestro di persona”. Lo ha tuonato ieri a La7Gold, una tv privata lombarda. “Con il premier tutto bene, con qualche ministro di sinistra un po’ meno, perché là l’ideologia vale più della scienza. Se Speranza continuerà a intestardirsi sul rosso a prescindere dai dati medici e ospedalieri fa un torto agli italiani. è una scelta politica e ideologica. Siccome io invece mi fido della scienza, se una zona è a rischio rimane chiusa se è tranquilla può riaprire osservando i canoni di sicurezza. Sono stufo di scelte ideologiche e politiche sulla pelle degli italiani”.
Il governo Draghi-Salvini sequestra la gente?
E ancora: “Quello che abbiamo chiesto al governo Draghi è che dopo Pasqua in base ai dati occorre riaprire laddove si può riaprire. Non è possibile che se Speranza o Franceschini vedono rosso, deve essere tutto rosso”. In realtà, la linea che il segretario leghista imputa ai due ministri è quella sulla quale anche il premier Mario Draghi ha concordato, o meglio che lui in quanto capo dell’esecutivo ha deciso sulla base di evidenze scientifiche: “Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo sui contagi. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati”. Tagliava corto già qualche giorno fa l’ex numero della Bce alle solite recriminazione del leader del Carroccio, che non lo sfiorano minimamente.
Da qui il nervosismo di Salvini che ingenuamente (o egocentricamente, dipende dalla lettura che se dà) pensava di poter dettare la linea e l’agenda al capo del governo. Ovviamente non è così e i suoi ministri le misure anti Covid contenute nell’ultimo decreto le hanno votate eccome – non risultano obiezioni messe a verbale. Compreso Massimo Garavaglia, titolare del Turismo, il ministero che più di altri deve dar conto delle chiusure delle attività in un settore fortemente in sofferenza.
Sequestro è un uomo
Del resto la compagine leghista al governo è composta da gente abituata ad amministrare (come Garavaglia e la Stefani) o a mediare (come Giorgetti), che sa bene la differenza fra il comiziare in piazza in un clima di permanent campaign fra selfie frizzi e lazzi e avere la responsabilità di fare delle scelte anche impopolari ma di buonsenso. E in ogni caso Salvini sapeva benissimo che la “grande coalizione” con Leu e il Pd non sarebbe stata certo una passeggiata di salute. E per di più con un premier la cui autorevolezza lascia poco spazio a giochetti di Palazzo, veti incrociati e intemerate. Tutto si può dire del leader leghista ma non che non sia un “animale politico”, non poteva non aspettarsi degli impasse. Il problema ora è uscirne.