Il governo di Mario Draghi vuole frenare il cashback. E questo nonostante il programma Cashback abbia “costituito un segnale positivo per i pagamenti digitali soprattutto per la percentuale della quota dei pagamenti elettronici sul numero totale di transazioni”, come ha detto il ministero dell’Economia. Ma qual è il problema del super cashback di cui in molti chiedono l’abolizione e cosa può succedere a chi era in corsa?
Cashback: perché il governo Draghi vuole abolire il superpremio
Facciamo un passo indietro alla settimana scorsa. Il sottosegretario al Mef Claudio Durigon il 24 marzo scorso ha risposto a una interrogazione in commissione Finanze della Camera. E sottolineando che “oggi il 56,6% di tutte le transazioni del programma ha un importo inferiore ai 25 euro e riguarda soprattutto i micropagamenti interessati dall’utilizzo del contante”. “Il programma ‘Cashback‘ sta facendo registrare un numero sempre crescente di aderenti. Passati da quasi 6 milioni nel periodo sperimentale dicembre 2020, con più di 4 milioni di utenti attivi, a più di 8,5 milioni con 7 milioni di utenti attivi”.
In parallelo c’è un “costante aumento del numero degli strumenti di pagamento registrati, passati da 9,6 milioni in dicembre 2020 a più di 14 milioni nelle due settimane di marzo. Con gli strumenti attivi passati dai 6,7 milioni di dicembre ai 9,7 di febbraio. E un incremento di media del 20% mese su mese, e un analogo trend di crescita a marzo”. Il programma, ha detto ancora il sottosegretario, “sta facendo registrare un numero crescente di transazioni ‘cashless’. Con un incremento mensile dell’ammontare transato. In particolare il Cashback intercetta una quota di transato sui Pos fisici, in Italia significativa, maggiore del 20%. E in crescita da dicembre a oggi: il transato è passato dai da 2,9 miliardi a 4,1 miliardi di febbraio”.
“Quanto ai comportamenti distorsivi dell’uso di pagamenti elettronici segnalati, l’incidenza delle condotte anomale sul totale complessivo (ad esempio più di 10 pagamenti allo stesso esercente), è dello 0,2% del totale. Il 2% delle transazioni si colloca tra 30 centesimi e 5 euro,”. Durigon ha ribadito che “è in atto una costante attività di monitoraggio da parte di PagoPa per individuare operazioni anomale e abusive. Per adottare i necessari interventi correttivi, fino all’esclusione dal programma. Sono all’esame del ministero dell’Economia diverse soluzioni per prevenire eventuali condotte abusive”.
Cosa succede a chi era in corsa per il super cashback da 1500 euro
L’ironia della sorte vuole che sia proprio la Lega, ovvero il partito del sottosegretario Durigon, a contestare il cashback. Così come Fratelli d’Italia e Forza Italia. “Io sono rimasta scioccata dal fatto che una personalita’ del calibro di Mario Draghi, che sulle materie economiche ne capisce più di tutti quanti gli alti messi insieme, non abbia ritenuto di accogliere la proposta di Fdi di abolire l’idiozia del cashback. Su cui abbiamo messo 5 miliardi. Non mi sembra normale che ai ristori alle imprese vadano 11 miliardi e 5 miliardi si mettano sul cashback?”, ha detto Meloni qualche giorno fa.
Il problema sul tavolo è però il Super Cashback, ovvero il premio da 1500 euro l’anno. Alcuni gestori dei distributori di benzina e delle stazioni di servizio si sono resi conto, all’inizio dell’anno, dell’aumento di micro transazioni alle pompe di benzina. Lo faceva chi, per aumentare le chance di entrare tra i primi 100.000 per uso di moneta elettronica e vincere così il super premio semestrale, si era messo a frazionare il pieno dell’auto in decine di piccoli rifornimenti. Il governo Draghi potrebbe abolire solo il Super Cashback, lasciando intatto il resto del meccanismo. E in questo caso coloro che erano in corsa riceveranno comunque il premio.
Il Cashback di Stato promette il rimborso del 10% degli acquisti fatti con moneta elettronica. Ovvero carte di credito, bancomat, app di pagamento) fino a un tetto massimo di 300 euro l’anno da restituire. Il rimborso massimo per ogni transazione è di 15 euro e il numero minimo dei pagamenti richiesti è di 50. Il primo accredito per coloro che vi hanno aderito è arrivato a fine febbraio (per gli acquisti fatti in dicembre). Il prossimo accredito è previsto entro 60 giorni dal 30 giugno.