Durante le festività di Pasqua non sarà possibile neppure fare una passeggiata a due passi da casa, ma si potrà mettere la propria valigia in auto e recarsi all’aeroporto per andare in vacanza all’estero. Su quello che appare come un grande controsenso davanti alle misure disposte dal Governo per cercare di piegare la curva del Covid, limitando gli spostamenti, è insorta Federalberghi.
Ma le decisioni ormai sembrano prese e a quanto pare non serve neppure avere un ministro al turismo, appartenente tra l’altro alla Lega, una delle cosiddette forze aperturiste, per fare ufficialmente almeno un po’ di chiarezza. La linea scelta dal leghista Massimo Garavaglia sembra infatti solo quella del silenzio sull’ennesima battaglia che gli imprenditori, alle prese con la crisi economica, stanno portando avanti.
IL CASO. In Italia, durante le feste di Pasqua appunto, in base ad alcune ordinanze regionali non sarà possibile neppure recarsi nelle seconde case. Tutto fermo e tutti fermi tra le mura domestiche. A spostarsi saranno così solo quanti hanno deciso di concedersi qualche giorno di relax fuori dai confini nazionali (leggi l’articolo). Il Ministero dell’Interno, con una apposita circolare, ha confermato la possibilità di andare all’estero per turismo, raggiungendo l’aeroporto nonostante la zona rossa. E il primo volo, con destinazione Canarie, è già decollato lo scorso 27 marzo, portando circa 190 passeggeri in vacanza.
Federalberghi sta dando battaglia, ma Fiavet, che raggruppa i tour operator, parla di “una sperimentazione anche in vista dell’estate”, e non di “un liberi tutti”. “Da una parte costringono alberghi, ristoranti e operatori del turismo a non lavorare, dall’altra permettono di muoversi fuori confine. Se vogliono distruggere definitivamente il turismo in Italia questa è la strada giusta”, attacca con un tweet la leader di FdI, Giorgia Meloni. Ma anche all’interno della maggioranza c’è chi è critico. Il dem Francesco Boccia sostiene infatti che consentire i viaggi all’estero a Pasqua “è concorrenza sleale”.
LE GIUSTIFICAZIONI. Perché una simile apparente incongruenza? Fonti governative fanno sapere che l’attuale situazione in Italia non consente spostamenti all’interno del Paese e soprattutto va evitata qualsiasi forma di assembramento. I viaggi all’estero sono stati invece consentiti ritenendo che non creino particolari problemi, essendo pochi quelli che scelgono di recarsi i vacanza in altri Paesi. Gli stessi sarebbero inoltre più sicuri considerando che è obbligatorio un tampone entro 48 ore dal rientro in Italia ed è anche più semplice il tracciamento negli aeroporti. Una scelta consapevole dunque, nonostante poi la stessa Farnesina raccomandi a tutti gli italiani di evitare viaggi all’estero a Pasqua, ma in generale finché la pandemia non sarà sotto controllo, se non per ragioni strettamente necessarie.
Garavaglia intanto tace e pensa alla stagione estiva. Ieri si è infatti svolta in videoconferenza l’assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, coordinata dal veneto Roberto Ciampetti il quale, a seguito di un incontro con il ministro del turismo, ha informato i colleghi della richiesta pervenuta dal Ministro di provvedere ad una ricognizione sulle linee guida per provvedere ad organizzare nel miglior modo possibile la prossima stagione turistica, soprattutto estiva. Specificando che il documento è necessario “per venire incontro sia alle esigenze del comparto sia della popolazione, giustamente desiderosa di poter programmare le ferie”.
A metterci una toppa c’ha pensato il ministro della Salute, Roberto Speranza, che oggi ha annunciato che firmerà un’ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, tampone in partenza, quarantena di 5 giorni e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. “La quarantena – hanno precisato fonti del ministero della Salute – è già prevista per tutti i Paesi extra Eu”.