Il tema dei problemi derivanti dal monopolio televisivo e più in generale comunicativo è annoso. L’anomalia rappresentata in Italia dalle società di Silvio Berlusconi è nota. Ora, però, a mettere qualche paletto, o con maggiore probabilità a rimuovere ulteriori ostacoli al Gruppo Mediaset potrebbe essere direttamente la Corte di giustizia europea.
Reti Televisive Italiane spa, società controllata dal gruppo di cui è amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi, ha impugnato i provvedimenti con cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel settembre 2017, ha contestato plurime violazioni relativamente alla pubblicità mandata in onda su Canale 5, Italia 1 e Rete 4.
In particolare l’Agcom ha contestato violazioni al limite di affollamento orario della pubblicità, indicando pure gli spot per l’autopromozione dell’emittente radiofonica R101, gestita dalla società Monradio, a sua volta controllata da Rti. Evidenziati poi anche eventuali problemi di illecita concorrenza dettati da una situazione del genere.
Su tale fronte le direttive europee non sembrano però porre tali problemi. Creandosi, almeno all’apparenza un contrasto tra tali direttive appunto e le norme nazionali, il Consiglio di Stato, anziché decidere se sospendere i provvedimenti impugnati, ha così congelato la situazione e inviato gli atti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, chiedendo un pronunciamento.