Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, sull’andamento dell’epidemia di Coronavirus in Italia, segnala una lieve riduzione dei nuovi casi di contagio (150.033 invece di 157.677) e dei decessi (2.327 rispetto a 2.522), mentre è sempre in aumento il numero dei pazienti attualmente positivi (560.654 – 536.115), di quelli in isolamento domiciliare (528.680 – 506.761), dei ricoveri con sintomi (28.428 invece di 26.098) e delle terapie intensive (3.546 rispetto a 3.256).
“Nel pieno della terza ondata – ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l’incremento percentuale dei nuovi casi”.
Tuttavia, il dato nazionale, sempre secondo l’analisi di Gimbe, risente di situazioni regionali molto eterogenee: infatti, in 10 Regioni l’incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita e in 14 Regioni si amplia il bacino dei casi attualmente positivi. Queste, nel dettaglio, le variazioni registrate nel periodo 17-23 marzo rispetto alla settimana precedente: Decessi: 2.327 (-7,7%) Terapia intensiva: +290 (+8,9%) Ricoverati con sintomi: +2.330 (+8,9%) Isolamento domiciliare: +21.919 (+4,3%) Nuovi casi: 150.033 (-4,8%) Casi attualmente positivi: +24.539 (+4,6%).
“Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta la Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe, Renata Gili – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perche’ la terza ondata e’ partita da un “altopiano” molto elevato di posti letto occupati”. Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (40%) e in terapia intensiva ()30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%.
Superata la soglia d’allarme in 10 e 12 Regioni rispettivamente per l’area medica e per le terapie intensive, che in 5 Regioni hanno una saturazione 40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in 5 50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna). “Su questo fronte – spiega il Direttore Operativo di Gimbe, Marco Mosti – è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita”.