I disservizi sulle prenotazioni dei vaccini anticovid in Lombardia, da settimane denunciati da più parti – dai cittadini utenti fino alle accuse “al veleno” della vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti – sono arrivati nel fine settimana ad un punto di non ritorno tale, con i casi eclatanti di Cremona, Como, Monza e Varese, che il governatore della Regione, il leghista Attilio Fontana non ha potuto fare altro ieri che chiedere un passo indietro del Cda di Aria SpA, l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti della regione Lombardia, una società con 600 dipendenti nata per volontà proprio della giunta Fontana, con l’obiettivo di aggregare le tre vecchie società regionali che funzionavano come digital company, sviluppatrici dei progetti infrastrutturali e centrali acquisti.
Se il Cda non dovesse rassegnare le dimissioni (dimissioni poi arrivate in serata) il presidente lombardo procederà all’azzeramento dei vertici e affiderà la guida della società al direttore generale Lorenzo Gubian, ma che il loro destino fosse ormai segnato lo si era già capito in mattinata, quando il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva tuonato: “Se qualcuno ha sbagliato, ha rallentato o non ha capito, paga, viene licenziato e cambia mestiere, come accade in qualsiasi impresa privata”.
Peccato che a controllare la società in house e a nominarne i vertici è la stessa regione Lombardia e, nella fattispecie, attaccare Aria vuol dire attaccare di fatto l’assessore regionale al Bilancio, Davide Caparini, uno di quelli che, con la ex compagna del leader leghista e capo della segreteria politica di Fontana Giulia Martinelli, dalle parti del Pirellone conta. E tanto. Dichiara Caparini il 4 marzo del 2019: “Con la creazione di Aria contiamo di avere risparmi pari a 1.9 miliardi di euro in tre anni, grazie ad una semplificazione organizzativa, allo scopo di migliorare la qualità degli acquisti di beni e di servizi, fondamentali per la pubblica amministrazione della Regione, ma non solo”.
Risparmio e servizio migliore, insomma. Non è andata proprio così e prova a metterci una pezza Guido Bertolaso (nella foto), consulente regionale per il piano vaccinale: “Le vaccinazioni in Lombardia checché se ne dica stanno andando avanti secondo le previsioni, con il passaggio dal sistema di prenotazione di Aria a quello di Poste Italiane si può correre il rischio che ci sia una fase di transizione complicata, ma abbiamo deciso di fare questo, l’ha scelto Fontana, l’ha scelto la Moratti, con grande coraggio, perché non vogliamo avere ancora quei problemi e creare quei disagi che ci sono stati nei giorni passati. Dai primi di aprile, prima di Pasqua deve andare tutto alla perfezione”, ha dichiarato ieri.
Ma le opposizioni al Pirellone sono sul piede di guerra e chiedono una seduta del consiglio regionale d’urgenza per avere risposte sul “caos” vaccini. “Come al solito assistiamo all’ennesima falla gestionale di questa giunta da quando è iniziata l’emergenza, con il conseguente scarico di responsabilità cui siamo ormai abituati. I cittadini lombardi meritano persone con comprovata esperienza, professionalità, onorabilità e soprattutto con la competenza e l’approfondita conoscenza di come funzionano gli appalti pubblici”, attacca la deputata lombarda del Movimento 5 Stelle Stefania Mammì.
Punta il dito direttamente contro Fontana anche il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati: “Fontana non ha nemmeno avuto il coraggio di firmare la revoca dei vertici di Aria ma si è affidato alla moral suasion. Aspetta le dimissioni del Cda, mantenendo però il direttore generale della società Siamo alle comiche, chi comanda oggi in Regione Lombardia?”.