“La piattaforma unica c’è già e molte regioni si sono adeguate e le prenotazioni vanno bene. A volte ci sono piccoli problemi locali che poi hanno una cassa di risonanza importante. Adesso non ci sono molte scusanti, le prenotazioni avremmo dovuto cominciarle già da diversi mesi. I primi vaccinati sono persone sopra gli 80 anni, serve anche un metodo che possa essere semplice soprattutto per persone che già sono fragili per età, per malattia, e sono indietro rispetto alla tecnologia che corre tanto, quindi il sistema va semplificato”. È quanto ha detto a Rtl 102.5 il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, in merito ai problemi per le prenotazioni dei vaccini (leggi l’articolo).
“Il certificato del vaccino sarà utile e necessario – ha spiegato ancora l’esponente M5S -, ma non in questo momento perché non hai dato l’accesso a tutti alla vaccinazioni, creeresti una popolazione di serie A che è quella che ha già avuto accesso al vaccino e quella di serie B che non ha potuto fare il vaccino. Ad oggi sono due milioni e mezzo di persone che sopra gli ottant’anni hanno ricevuto la prima dose, e anche regioni che sembrano più indietro stanno recuperando, per esempio la Calabria”.
“Stiamo andando nella giusta direzione – ha detto ancora Sileri -, tra un mese i nostri anziani che hanno ricevuto anche solo una dose non moriranno più di Coronavirus. La vaccinazione sta andando per età e per fragilità: inizialmente si è creato un doppio binario: un vaccino dedicato agli anziani e uno dedicato a chi sta bene ed è giovane, ma questo è superato perché AstraZeneca viene usato per età superiori e per chi sta bene e quindi non ci sono più le categorie di lavoratori, si va secondo delle categorie che vedono l’età come primo fattore insieme alla malattia”.
“Più che di immunità di gregge io parlerei di protezione di gregge – aggiunto il sottosegretario -, avendo ricevuto la prima dose forse il 70%, 80% degli europei è verosimile che raggiungeremo questo obiettivo a luglio”. Per quanto riguarda, poi, il vaccino Sputnik, Sileri afferma: “Io penso che una volta superati gli standard di valutazione europei abbiamo bisogno di tutti i vaccini e noi ne abbiamo bisogno adesso, perché prima vaccini la popolazione e prima esci da questa tragedia e mi sembra che in questo momento il numero di vaccino non è sufficiente. Abbiamo delle proiezioni di consegne per tutta Europa da aprile molto soddisfacenti e crescenti, se ci sono altri vaccini disponibili ben vengano il prima possibile”.
Infine, sul caso AstraZeneca: “Bloccarlo per alcuni giorni è stato sicuramente sensato, ma è vero che il numero di casi segnalati era davvero troppo esiguo anche per poterlo bloccare, e basta vedere l’esperienza inglese, con un sistema di farmaco vigilanza molto buono, bastava fare una review senza necessariamente fare uno stop. Però è anche vero che se si fermano Germania e Francia, credo sia stato sensato fermarsi anche noi, il punto è che io non avrei dato lo stop in Germania, non mi sarei fermato in generale”.