Una svista per il governo dei migliori? Non aver tenuto conto che anche per gli insegnanti che si vaccinano, e che possono avere effetti collaterali dall’inoculazione del prezioso siero anti-Covid, scatta la trattenuta Brunetta nel cedolino. Ma di cosa si tratta? Dal 2008, cioè ai tempi in cui l’attuale ministro della Pubblica amministrazione occupava lo stesso incarico nell’ultimo governo Berlusconi, nei primi dieci giorni di assenza per malattia lo stipendio degli insegnanti viene decurtato di ogni indennità, emolumento o qualsiasi altro trattamento economico accessorio.
A stabilirlo è l’articolo 71, primo comma, del decreto n. 112/08 (qui il testo) convertito in legge n. 133/08 che prevede, appunto, che per gli eventi morbosi di durata inferiore o uguale a dieci giorni di assenza, sarà corrisposto esclusivamente il trattamento economico fondamentale con decurtazione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento economico accessorio.
Un’autentica beffa in tempi di Covid e di campagna vaccinale. A ciò si aggiunga che i docenti che in questi giorni hanno iniziato a fare la tanto attesa iniezione, spesso sono stati costretti a ricorrere a dei permessi retribuiti (nel caso di insegnanti di ruolo) o non retribuiti nel caso del personale supplente, per poterla effettuare.
Oppure hanno fatto ricorso alle ferie. Una questione su cui i Cinque Stelle hanno acceso un faro con diverse interrogazioni parlamentari. Ultima in ordine di tempo quella del senatore e capogruppo del M5S in commissione Lavoro di Palazzo Madama, Iunio Valerio Romano, che ha depositato un’interrogazione parlamentare, sottoscritta anche da una trentina di colleghi, per chiedere un intervento dei ministri dell’Istruzione e della Funzione pubblica competenti.
“Applicare una trattenuta in busta paga agli insegnanti che si vaccinano – dice Romano – è irragionevole e ingiusto, in quanto la vaccinazione persegue l’interesse pubblico di prevenire la diffusione del virus Covid-19 e, pertanto, esige un trattamento differente. Attraverso questo atto parlamentare – aggiunge – chiedo ai ministri competenti se siano a conoscenza di quanto sta avvenendo e quali iniziative intendano adottare, ciascuno per la propria parte, affinché tutto il personale scolastico sia vaccinato senza subire conseguenze negative dal punto di vista retributivo oltre che professionale, magari individuando un permesso ad hoc, che giustifichi l’assenza e che tuteli pienamente diritti e interessi di questi lavoratori”.
La questione è “all’attenzione” del ministero capitanato da Renato Brunetta che sta monitorando la situazione. Per sanare la ferita occorrerebbe una modifica normativa, magari una deroga specifica ad hoc e non si esclude che ciò possa avvenire, si ragiona, qualora la casistica del personale scolastico che si è trovato nella condizione di doversi assentare per il, e in seguito al, vaccino risultasse numericamente “significativa”. Le decurtazioni per il personale scolastico, previste dalla norma Brunetta del 2008, sarebbero comprese tra un range che va da 5,82 a 9,11 euro al giorno. Pochi? Troppi? Non è questo che conta ma il principio. Mai come in questi tempi amari di pandemia.