Mario Draghi si vaccinerà con AstraZeneca? L’ipotesi, che finora è comparsa soltanto sulla stampa, è sul tavolo del nuovo presidente del Consiglio, il quale potrebbe decidere di vaccinarsi nei tempi e nei modi e secondo liste della Regione Lazio. Cioè si vaccinerà con AstraZeneca, il vaccino destinato da Regione Lazio ai settantenni, classe d’età cui appartiene il Presidente del Consiglio.
Mario Draghi si vaccinerà con AstraZeneca?
Blitzquotidiano scrive che se oggil’Ema, ovvero l’Agenzia europea del farmaco, vidimerà su base scientifica la non nocività e la sicurezza del vaccino AstraZeneca, la Regione Lazio riprenderà a vaccinare i settantenni con AstraZeneca. E quindi, senza scavalcare e senza sottrarsi, il cittadino Mario Draghi sarà vaccinato col turno che gli spetta e con il vaccino che spetta al suo turno. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in corrispondenza della sua classe d’età, ha ricevuto il vaccino Moderna.
Intanto c’è una domanda che gira molto in questi giorni: cosa succederà a chi rinuncia al vaccino AstraZeneca? Secondo quanto scrive oggi il Corriere della Sera chi rinuncerà al vaccino scorrerà a fine lista. Sia nel caso che non si presenti ad un appuntamento già prenotato, sia nel caso non si prenoti prima della scadenza prevista per la propria categoria, che sia una fascia d’età oppure professionale, come gli insegnanti. In concreto vuol dire che chi non si presenta o non fa domanda potrebbe essere vaccinato almeno fra tre mesi.
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Il vaccino AstraZeneca per il premier
Intanto Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, analizza in un’intervista a ‘Il Messaggero’ le decisioni prese dall’Aifa sul siero dell’azienda anglo-svedese. “Sul vaccino prodotto da AstraZeneca l’Agenzia italiana del farmaco ha fatto un gran pasticcio comunicativo che mina gravemente la fiducia delle persone, con il rischio di compromettere la campagna di vaccinazione contro Covid-19”.
A chi gli chiede qual è l’errore più grave commesso a riguardo dall’ente regolatorio nazionale, lo scienziato risponde: “Sospenderne la somministrazione. Sarebbe bastato interrompere quella dei lotti ‘sospetti e spiegare bene alla popolazione il perché di questa decisione. Invece l’Aifa è stata più drastica, senza un’adeguata comunicazione all’opinione pubblica. E’ normale che ora ci sia una grande sfiducia nei riguardi di questo vaccino”.
I vaccini in farmacia
Proprio Garattini ha proposto a Draghi o a Speranza di immunizzarsi con AstraZeneca ieri: “Sarebbe importantissimo se le autorità, come il ministro Speranza, il premier Draghi o il presidente dell’Aifa si vaccinassero con AstraZeneca, un gesto convincente per la popolazione”. Intanto nel piano nazionale del commissario Francesco Figliuolo è previsto il coinvolgimento delle farmacie nella campagna. “Stiamo lavorando a un intervento normativo per favorirne l’impegno”, afferma Speranza, così come quello degli infermieri. Al momento i farmacisti non possono eseguire un vaccino nel proprio negozio e dunque saranno i medici, supportati da specifiche equipe, a somministrare l’anti-Covid.
Finora sono state somministrate in Italia oltre 7,1 milioni di dosi, per un totale di quasi 2,2 milioni di persone vaccinate anche con il richiamo. Il 3,5 per cento della popolazione. L’obiettivo è arrivare all’80% entro fine settembre, tra poco più di sei mesi. E molte regioni a quel punto potrebbero seguire la via del Lazio che, dal 20 marzo, rilascerà un certificato vaccinale allegato al fascicolo sanitario elettronico.