L’ex giudice della Corte di Cassazione Antonio Esposito oggi sul Fatto Quotidiano parla dei Dpcm di Giuseppe Conte dopo la sentenza della Corte Costituzionale che qualche giorno fa li ha dichiarati legittimi e spiega perché la tesi dell’illegittimità dei decreti ministeriali perché in contrasto con l’articolo 13 della Carta, secondo cui “le misure restrittive della libertà
personale possono essere adottate solo ‘con atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e nei modi previsti dalla legge’” è infondata.
“I Dpcm di Conte dovuti e legittimi: vi spiego perché”
Esposito parte proprio dalla sentenza della Corte Costituzionale spiegando che il governo ha “il potere-dovere di intervenire – sostituendosi anche alle Regioni (art. 120 Cost.) – in ogni caso di “pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica” adottando temporaneamente provvedimenti in deroga al diritto vigente (e, quindi, comprimendo anche diritti costituzionalmente garantiti) per fronteggiare una situazione emergenziale (che può essere sanitaria, ambientale, economica, criminale)”:
Per la legittimità dei provvedimenti governativi è necessario:
a) che l’emanazione di essi sia prevista da una legge dello Stato;
b) che si versi in una situazione straordinaria che metta in pericolo la vita, l’incolumità o i beni della persona;
c) che l’intervento sia necessario per la tutela di un altro diritto costituzionale;
d) che le deroghe all’ordinamento giuridico abbiano imprescindibilmente carattere temporaneo
E quindi, spiega Esposito, i Dpcm hanno trovato in una fonte primaria la loro legittimazione e la loro valenza democratica. Che non può essere intaccata dalla sentenza di un Giudice dell’Udienza Preliminare come quello di Reggio Emilia.
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Perché i Decreti ministeriali di Conte sono la scelta giusta di fronte all’emergenza
Ma c’è di più, spiega ancora Esposito, visto che è proprio sulla base del principio previsto dall’articolo 32 che la Consulta, con la sentenza dello scorso 24 febbraio, ha accolto il ricorso del governo contro la legge della Valle d’Aosta che depotenziava l’ultimo Dpcm firmato da Conte, “riaffermando la “competenza esclusiva statale in materia di profilassi con l’attivazione di tutte le misure
occorrenti” (con buona pace dell’ “emerito” Sabino Cassese)”.
E allora non vi è dubbio, a differenza di quanto assume il giudice di Reggio Emilia, che i cittadini debbano ottemperare alle disposizioni governative; e non vi è alcun dubbio che il cittadino il quale, per aggirare i divieti, sottoscriva ed esibisca agli organi di polizia una certificazione contenente false dichiarazioni, debba rispondere del reato di cui all ’articolo 483 del Codice penale.
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