Onorevole Niccolò Invidia (M5S), ristoratori, commercianti, artigiani, partite Iva hanno immediato bisogno di sostegni concreti e di aiuti economici. Gli ultimi ristori risalgono al decreto Natale varato dal governo Conte. Ma a oggi il decreto Sostegno non ha visto ancora la luce. La preoccupa questo ritardo?
“Quotidianamente riceviamo messaggi da lavoratori, famiglie e imprese che chiedono di fare presto. Ci sono due tipi di ritardi, quello tecnico degli ultimi giorni e quello causato dall’ingiustificabile crisi politica aperta a gennaio. Quest’ultimo, oltre a preoccuparmi, mi indigna anche. Come Parlamento e come Movimento 5 Stelle abbiamo chiesto con forza un’accelerazione. È più che doverosa”.
È giusto superare i codici Ateco per gli indennizzi alle attività produttive?
“Dopo un anno dall’inizio della pandemia, è sacrosanto ampliare la platea e il superamento dei codici Ateco va in questa direzione. Sono tante le attività che pur non avendo dovuto chiudere sono state colpite di riflesso dalle restrizioni e dal calo della domanda interna. Tutelarle è un nostro dovere e occorre fare di più”.
Per calcolare gli aiuti si ragiona sulla media mensile moltiplicata per due, offrendo un aiuto effettivo misurato su un bimestre di perdite. Ritiene giusto questo parametro oppure sarebbe più coretto usare come riferimento il totale complessivo delle perdite nel 2020?
“Confidiamo che la formula finale del decreto riconosca all’impresa la soglia più ampia possibile del calo di fatturato subìto. Fermo restando che abbiamo anche il passaggio parlamentare per migliorare questa stessa soglia di copertura: c’è la possibilità di farlo visto che alla base del decreto, grazie al nostro contributo, c’è il più cospicuo scostamento di bilancio tra quelli approvati finora, ovvero 32 miliardi”.
C’è chi preme per una sanatoria delle cartelle pre-2015 ma l’idea non piace a Pd e Leu che parlano di condono…
“Un conto sono le cartelle di importo ridotto, nell’ordine di qualche migliaio di euro, un altro quelle che ammontano a decine o centinaia di migliaia di euro. Nel primo caso la logica del condono non c’entra. Si tratta di dare una mano ad attività che con il carico pesantissimo della recessione in corso rischiano di dover chiudere i battenti, con ricadute occupazionali potenzialmente negative”.
Sensibilità diverse si registrano anche sullo sblocco dei licenziamenti e la proroga della Cig. Come ci si dovrebbe muovere secondo lei?
“In un anno difficilissimo qual è stato il 2020 il mix di queste due misure, unitamente a quelle per le fasce più deboli della popolazione, come il Rem, ha garantito la stabilità sociale del Paese. A novembre scorso, nel rilevare come l’estensione della Cig, il sostegno alla liquidità delle imprese e il blocco dei licenziamenti abbiano impedito circa 600mila licenziamenti, Bankitalia ha predicato estrema cautela su una loro interruzione onde evitare il cosiddetto cliff effect, l’effetto baratro. È chiaro che nei prossimi mesi ed anni rischiamo dei momenti difficili. Perciò, per ritornare alla normalizzazione del mercato del lavoro serve il prima possibile una riforma degli ammortizzatori sociali e soprattutto un potenziamento delle politiche attive, della formazione e dei centri per l’impiego. Fino a quel momento, bisognerà prevedere la proroga della Cig e del blocco dei licenziamenti. E poi con gradualità andare a toglierli, settore dopo settore. Non vedo altra scelta”.
Quali misure secondo lei non possono non entrare in tale decreto? Ricordiamo che ci sono anche da finanziare il Reddito di cittadinanza e quello di emergenza.
“Viste le difficoltà generalizzate degli italiani, viene quasi da chiedersi quali misure non dovrebbero entrare. Oltre a prevedere, per l’appunto, nuove risorse per Rdc e Rem, con il decreto vanno – fra le altre cose – rifinanziate le indennità per stagionali, stagionali del turismo, intermittenti, autonomi privi di partita IVA etc. e il fondo per l’‘anno bianco’ contributivo per gli autonomi, prorogate le misure per la tutela dei lavoratori fragili, reintrodotti i congedi parentali per i genitori con figli in Dad. Inoltre, è importante che governo e Parlamento diano una rapida risposta sul tema dei navigator. Il loro contratto deve essere prorogato: sono un patrimonio che non possiamo disperdere e che anzi andrebbe ulteriormente valorizzato, mettendolo a disposizione anche dei beneficiari di altre forme di sostegno al reddito, non solo il Rdc”.