“Non mi risulta che Giorgetti sia ministro della Salute o commissario per l’emergenza Covid. Non capisco quindi in che modo, al di là delle buone e a volte condivisibili idee, lui possa avere influito”. Una battuta che è ben più di una constatazione, quella di Angela Ianaro, deputata M5S e membro di punta dei pentastellati in commissione Affari sociali, che così risponde alle parole di Salvini (leggi l’articolo) secondo cui ha fatto più Giorgetti in 15 giorni che Arcuri in 11 mesi.
“Sono le difficoltà riscontrate nella produzione di massa dei vaccini, da parte delle aziende farmaceutiche, e i conseguenti ritardi di queste ultime nelle consegne dei sieri, rispetto agli accordi contrattuali, ad aver avuto inevitabili ripercussioni sull’andamento dell’immunizzazione dei nostri cittadini, non la gestione da parte dell’ex Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri”, spiega la parlamentare.
Anche perché delle due l’una: o Arcuri ha fatto poco e male o Salvini è un bugiardo…
Non credo che slogan come quello fondato sul “sovranismo vaccinale” riuscirà a risolvere la questione e a far si che la campagna vaccinale subisca la necessaria accelerazione che la recrudescenza del virus, con il pericolo delle varianti, ci impone. Arcuri ha lavorato in un contesto mai visto prima di fronte a una pandemia epocale. Lo ringraziamo. Ma a differenza di Salvini, noi non siamo abituati a fare polemica politica su un tema delicato come il Covid, sia che si parli del passato, sia che si parli di cosa adesso bisogna fare.
Lei si è adoperata più di tutti presentando una mozione affinché si superi lo stallo che non consente ai singoli Paesi di produrre vaccini in loco. Secondo la narrazione di Salvini è un’idea della Lega e di Giorgetti. Come stanno le cose?
Insieme al Movimento 5 Stelle ho presentato una mozione per impegnare il nostro Governo a chiedere, in sede europea, la temporanea sospensione dei brevetti, possibilità disciplinata dall’Accordo TRIPs nel caso di emergenze di sanità pubblica, e consentire la produzione dei vaccini anti Covid-19 da parte di aziende terze, a valle di accordi commerciali con le detentrici dei brevetti. Se anche Salvini e la Lega sostengono la nostra proposta, sarà più facile procedere lungo questa strada, anche se in realtà il loro “sovranismo vaccinale” prevede che ogni Stato vada per conto proprio.
Al di là dei meriti, crede che questa sia la soluzione affinché si riesca ad uscire dal tunnel della pandemia?
Questa potrebbe rappresentare la soluzione ottimale per far fronte alla modesta capacità produttiva dei vaccini e consentire ai Paesi di produrli autonomamente, corrispondendo un adeguato meccanismo di compensazione per le case farmaceutiche detentrici dei diritti di proprietà intellettuale. L’Italia, grazie alla sua industria farmaceutica e alle aziende che la compongono, può giocare un ruolo centrale in questa partita.
Cosa crede non abbia funzionato nella campagna di vaccinazione?
È sotto gli occhi di tutti che il problema principale sia stato l’approvvigionamento di vaccini di gran lunga inferiore a quello promesso. Il piano vaccinale è stato sviluppato sulla base di impegni delle aziende farmaceutiche che di fatto non sono stati mai rispettati.
Cosa pensa del vaccino Sputnik V su cui c’è stata ampia discussione nei giorni scorsi?
I dati sull’efficacia del vaccino Sputnik V derivano da uno studio ad interim sui dati della sperimentazione di fase 3 del vaccino e indicano che la somministrazione a due dosi del composto produce un’efficacia del 91,6% contro la malattia sintomatica. I risultati preliminari sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet. La revisione continua del vaccino da parte dell’EMA è appena iniziata e di fatto mancano dati sulle persone vaccinate. Ecco perché io suggerisco cautela nella concessione di autorizzazioni nazionali al vaccino russo.