Il figlio del guru da una parte e l’elevato dall’altra, Rousseau che lancia un proprio manifesto per “volare alto” e i governisti pentastellati che si preparano a dire addio a quella piattaforma con cui è stato coltivato il sogno della democrazia diretta. Come se non bastassero gli scossoni e gli strappi tra i 5S seguiti alla decisione di sostenere Mario Draghi e prendere parte al nuovo Governo, ieri si è prodotta una frattura che questa volta sembra davvero difficile da sanare tra Davide Casaleggio e Beppe Grillo. Uno scontro nell’aria da tempo e che occorrerà ora vedere quali riflessi avrà tra le disorientate truppe parlamentari, con il fondatore del Movimento che spera in Giuseppe Conte per rilanciare il progetto e Alessandro Di Battista che continua dall’esterno ad ammiccare ai malpancisti.
L’AZZARDO. Nonostante Grillo, nel vertice di domenica scorsa con Conte e gli esponenti pentastellati, abbia insisto per un accordo consensuale sulla strada da intraprendere, la diversità di posizioni tra i 5S di Governo e Casaleggio era evidente. “Bisogna risolvere le questioni in sospeso, lo faremo nei prossimi mesi con la capacità di mediazione di Conte. La piattaforma per noi è importante, è lì abbiamo che le nostro idee e i contatti diretti con attivisti e territorio”, ha continuato a ripetere fino a ieri mattina il ministro per i rapporti col Parlamento, Federico D’Incà. Il post dell’Associazione Rousseau, con cui Casaleggio ha annunciato che il 10 marzo presenterà il “Manifesto ControVento. Principi e valori per ritornare a volare alto”, ha però poi rotto quei pur labili equilibri che molti pentastellati cercavano ancora di mantenere.
Il manifesto, hanno spiegato da Rousseau, “vuole essere un codice etico di riferimento per la nostra azione, ma anche un perimetro ben definito di termini e condizioni di utilizzo dell’ecosistema Rousseau ,al fine di poter esercitare pienamente quel ruolo di garanzia che consenta metodi di partecipazione trasparenti e una sempre più attenta e intransigente tutela dei diritti di cittadinanza attiva e digitale”. La strada per un Movimento bis è dunque aperta. E Casaleggio l’ha imboccata sostenento che il Manifesto è “liberamente e continuamente ispirato da idee di Dario Fo, Adriano Olivetti, Francesco d’Assisi, Mahatma Ghandi, Giorgio Gaber, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”. Ancora: “Dobbiamo anteporre le idee alle persone, le riforme alle poltrone, l’esempio personale al cambiamento che vogliamo vedere negli altri”. Lo scontro con lo stesso Grillo è totale.
LE REAZIONI. Tra i primi a prendere posizione c’è stato Gianluca Vacca, ex sottosegretario alla cultura. “Il post sembra un attacco al Movimento. A questo punto – ha detto – credo che non ci siano più margini di ricomposizione della frattura”. Così come il sottosegretario all’interno, Carlo Sibilia, per il quale Rousseau è un partito politico nel M5S, “che lavora contro il Movimento e con i soldi dei suoi parlamentari”. Proprio i parlamentari 5S intendono quindi cancellare la loro iscrizione all’Associazione Rousseau, evitando in tal modo anche di corrispondere i 300 euro chiesti mensilmente da Davide Casaleggio. “Non siamo più legati, Casaleggio è andato alla guerra aperta”, hanno affermato, chiedendo allo stesso Vito Crimi di fare chiarezza sui rapporti da mantenere con Rousseau. E Grillo? Punta su Conte. “Il Movimento – ha dichiarato – è il primo protagonista politico a lanciare la parola d’ordine 2050, lavora per un mondo migliore”.