Franceschini continua a fare pressing sulla cosiddetta Netflix della cultura, ma non convince viale Mazzini. Il ministro della cultura, audito ieri in Commissione di Vigilanza sulla mancata partecipazione della Rai alla piattaforma ItsArt, per la trasmissione in streaming degli eventi dello spettacolo dal vivo, partecipata per il 51% da Cdp e per il 49% da Chili, ha sostenuto di aver cercato di coinvolgere la tv pubblica, precisando che l’azienda ha deciso di non partecipare alla gara, perché non ritiene di poter distribuire a pagamento eventi non autoprodotti.
“Un coinvolgimento della Rai, anche se non può essere diretto, penso che sia comunque utile e importante nelle forme possibili”, ha insistito Dario Franceschini, aprendo anche alla possibilità di modifiche normative e auspicando un intervento della bicamerale sul tema. “Prepareremo senz’altro un atto della Vigilanza – ha risposto il presidente della commissione, Alberto Barachini – anche perché esistono i diritti di prima visione e quelli di replica. La Rai con il canone ha tutto il diritto di trasmettere la lirica in seconda visione”.
NON SI TORNA INDIETRO. Ma a viale Mazzini non sono convinti. Fonti Rai sostengono che l’amministratore delegato, Fabrizio Salini, ha dichiarato che il materiale Rai non si presta a piattaforme commerciali, considerata la finalità di servizio pubblico, e che non ritiene l’azienda debba stipulare accordi commerciali con ItsArt facendo fare ai privati profitti con materiale della tv pubblica. Una decisione presa l’estate scorsa e che, dopo l’audizione del ministro, il manager non intende rivedere.
“Non entro nel merito delle dichiarazioni rese sul tema, ma ricordo che sull’ intera vicenda aleggia il fatto che il Cda ne sia stato messo al corrente solo a giochi fatti e dopo ripetute insistenze da parte mia e della consigliera Borioni e non prima come sarebbe stato invece normale e doveroso”, afferma Riccardo Laganà, consigliere di amministrazione Rai. “Franceschini scarica sulla Rai il mancato coinvolgimento centrale in una piattaforma digitale culturale. Il progetto Itsart parte claudicante – ha invece dichiarato Federico Mollicone, di Fratelli d’Italia, membro della Commissione vigilanza – con un modello di vendita superato, che difficilmente attirerà una platea universale abituata ormai all’abbonamento. Che a selezionare i contenuti sarà una società privata come Chili, con fondi pubblici, è assolutamente discutibile”.
Mollicone ha quindi ricordato che proprio Fdi promosse in due atti di indirizzo della Vigilanza Rai, votati all’unanimità, la creazione di una piattaforma in partnership pubblico-privata che potesse competere con gli Over the top, RaiPlayPlus, partendo da RaiPlay e integrando contenuti di operatori nazionali. “Chiediamo che l’azienda pubblica e il governo segua questo indirizzo del Parlamento – ha aggiunto – ci sono casi di successo come Salto, dove partecipa la tv di Stato francese, a pagamento integrativo, e Bbc iplayer, a completa fruizione gratuita. Si segua uno o l’altro modello. è possibile -ha concluso – e ci sono casi di successo”.