L’Austria di Sebastian Kurz (nella foto) e la Danimarca di Mette Fredericksen hanno deciso di non affidarsi più all’Unione europea per la produzione di vaccini, ma di stringere un accordo direttamente con Israele. Dal canto suo l’Ue ha replicato: “Gli Stati membri hanno sempre avuto la possibilità di chiudere contratti con compagnie che non rientrano nella strategia Ue. Il virus colpisce tutto il mondo, le lezioni che possiamo imparare da approcci diversi, di diverse parti del mondo, sono sempre ben accolte, poiché ci possono rafforzare”.
Una risposta che non è piaciuta agli eurodeputati leghisti della Commissione Sanità pubblica che hanno dichiarato: “L’annuncio di Austria e Danimarca di non affidarsi più all’Ue e di voler procedere autonomamente per procurarsi vaccini, seguito dalle dichiarazioni della Commissione Europea sulla legittimità di questa decisione, rappresenta l’ennesima e clamorosa conferma del fallimento della strategia portata avanti finora da Bruxelles. Al danno dei pochi vaccini distribuiti finora, la beffa di una retromarcia rispetto a quanto sostenuto fino a ieri”.
Dunque, si potrebbe dire che il nuovo corso europeista di Matteo Salvini è stato prontamente smentito se non messo in crisi. La Lega continua in un solco che non è quello dell’Unione europea, bensì quello dei Paesi critici. Solo che adesso Salvini non può più agire come ai bei tempi in cui si era fatto profeta del sovranismo (ricordate la mascherina pro Trump?). Ora Paesi come Austria e Danimarca lo sorpassano proprio sui temi che fino a poco tempo fa erano il suo cavallo di battaglia. Il leader leghista ci ha abituato alle improvvise inversioni di popolarità.
Come non ricordare di quando i nemici erano i terroni del Sud e poi sono diventati gli eurocrati di Bruxelles? Dopo il suo sostegno al governo Draghi si è dovuto rifare una patina europeista e ha fatto una nuova conversione ad U, ma evidentemente i suoi, per inerzia, ogni tanto continuano ad uscire per la tangente, come è accaduto ora con i vaccini. Certo che il senatore padano deve fare un grande sforzo per non schierarsi apertamente con i suoi vecchi alleati e quindi si trattiene per partecipare a quello che deve ritenere un banchetto cospicuo di 209 miliardi di euro e come noto occorre essere grati a chi lo organizza, ma siamo certi che sotto sotto un po’ di sovranismo selvaggio deve essergli rimasto. Del resto non si sa mai, tornasse fra quattro anni Trump…