“Noi saremo i garanti che quanto ottenuto da Conte in Europa verrà confermato e consolidato”. Parola dell’eurodeputata M5S, Maria Chiara Gemma, alla vigilia del Consiglio Ue dell’era che vedrà domani il debutto del premier Draghi.
Domani si apre il primo Consiglio europeo dell’era Draghi e della nuova maggioranza parlamentare che va dal Pd alla Lega con dentro pure FI, Iv e i 5 Stelle. Teme che l’agenda italiana a Bruxelles possa cambiare rispetto a quella del precedente Governo?
“Sarebbe autolesionista e anti-italiano se fosse così. Anzi, è vero il contrario. Draghi ha fatto il miracolo di far cambiare idea alla Lega sul Recovery Fund. Tutti ricordano Salvini in televisione ripetere che era una truffa e che aumentava le condizionalità per il nostro Paese. Non era così e, anche se in ritardo, lo ha capito, ma il suo dietrofront certifica tutti i limiti dell’azione politica della Lega in Europa. Agli occhi dei cittadini non hanno nessuna credibilità. Per quanto riguarda il governo Draghi noi saremo i garanti che quanto ottenuto da Conte in Europa verrà confermato e consolidato”.
Riforma del patto di stabilità e crescita è una delle vostre priorità, anche alla luce dell’extra-debito che l’Italia – e non solo – sta accumulando per rispondere alla pandemia. Sarà la stessa posizione che Draghi porterà al Consiglio Ue?
“Draghi sa bene che se non si cambiano i Trattati europei ne resteremo vittima. È irrealistico pensare di ritornare al business as usual, come se la pandemia non fosse esistita. Il Patto di Stabilità e i suoi rigidi vincoli vanno riformati, la sospensione non basta più. Questa sarà la madre di tutte le battaglie europee del Movimento 5 Stelle e – sono sicura – anche del nuovo governo che dovrà fare asse in primis con i Paesi mediterranei, come aveva in precedenza fatto Conte, per raggiungere questo nuovo obiettivo. Per assurdo se non cambiassimo la regola del deficit al 3% nel 2022 ci ritroveremmo con 25 Stati su 26 fuori dai parametri, che oggi sono fuori dalla storia”.
Come vanno cambiati questi parametri?
“Draghi ha definito il suo governo ambientalista. Bene, lo dimostri con i fatti e porti in Europa la nostra proposta dello scorporo degli investimenti verdi dal calcolo del deficit di bilancio. Così facendo sapremmo coniugare flessibilità economica, rilancio degli investimenti e sostenibilità ambientale. Per cambiare il nostro modello di sviluppo servono enormi risorse, è fondamentale dunque agire con politiche espansive che sostengano gli sforzi di cambiamento dei Paesi membri”.
Proprio dall’Ue è arrivata la raccomandazione a rafforzare il Reddito di cittadinanza attraverso i progetti del Recovery Fund. Draghi ha chiarito di voler mantenere la misura, ma modificandola. In cosa va migliorato e cosa vi aspettate a livello europeo?
“Prima che il reddito di cittadinanza venisse approvato, l’Italia era l’unico Paese europeo a non avere una misura di sostegno al reddito per i più indigenti. Noi abbiamo messo fine a questa vergogna e adesso vogliamo rilanciare questo strumento. In primis, lavorando sulle politiche attive del lavoro e, infine, inserendolo fra gli obiettivi del semestre europeo”.
Poi c’è il tema dei vaccini che arrivano a singhiozzo e in misura ridotta oltre a quello del mercato parallelo delle dosi. Come se ne esce?
“Bisogna sospendere i brevetti per permettere agli Stati Ue la produzione dei vaccini in proprio e, inoltre, bisogna fermare questo vergognoso mercato parallelo dei vaccini. La mia collega Laura Ferrara, che ha presentato una interrogazione alla Commissione europea, l’ha giustamente definito come il trionfo della legge della giungla”.
A proposito, il dibattito sul salario minimo in Italia si è impantanato nelle Commissioni parlamentari. A che punto è in Europa?
“La proposta della Commissione è arrivata al Parlamento europeo ma non è stata ancora calendarizzata. Noi lavoreremo per rafforzarla. C’erano alcuni passaggi lacunosi che rischiano di cristallizzare il dumping sociale che vive oggi l’Europa, anziché sradicarlo”.
Dopo quella in Europa, il Movimento 5 Stelle è reduce da una scissione anche nel Parlamento nazionale. Conte capo politico dei 5 Stelle può essere la soluzione per ritrovare la quadra?
“Non tiriamo per la giacchetta Giuseppe Conte. Deve essere lui a decidere come, quando e se impegnarsi nel Movimento 5 Stelle. Lui sa benissimo che in noi troverà sempre dei leali compagni di viaggio. Con il suo impegno e dopo tutti i risultati ottenuti l’ex premier ha reso milioni di cittadini orgogliosi di essere italiani. Io sono convinta che in futuro non potremo fare a meno di lui”.