Sarebbero 7 gli assalitori che facevano parte del commando che ha attaccato in Congo il convoglio su cui viaggiavano l’ambasciatore italiano, Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci (nella foto), oltre al loro autista (leggi l’articolo). Attanasi, secondo quanto è stato finora ricostruito, era a bordo di uno dei due veicoli del Programma alimentare mondiale dell’Onu e stava portando viveri nei villaggi tra Goma e Rusthuru.
L’agguato è avvenuto nei pressi del parco dei Virunga, all’altezza del villaggio di Kanyamahoro vicino al monte Niyaragongo. I veicoli sono stati bloccati bruscamente dalla presenza, lungo la strada, da grosse pietre messe per impedire il loro passaggio. Dalla boscaglia che fiancheggia la strada sarebbero poi improvvisamente sbucati gli assalitori. Ma come siano stati uccisi l’ambasciatore, il carabiniere e l’autista non è ancora chiaro. Due le opzioni al vaglio degli inquirenti: l’ambasciatore Attanasi e i suoi collaboratori sarebbero stati uccisi in un tentativo di furto di aiuti alimentari da parte di miliziani armati o si è trattato di un tentativo di sequestro da parte di milizie attive nella zona e con collegamenti con il terrorismo internazionale.
“Lascio il consiglio degli Affari esteri e ritorno in Italia. Stiamo attivando tutte le istituzioni competenti per arrivare il prima possibile alla verità sul vile attacco che ha visto perdere la vita perdere la vita a due funzionari dello stato, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’ambasciatore Luca Attanasio” ha detto dichiarato il ministro degli affari esteri, Luigi Di Maio, lasciando il Consiglio Ue affari esteri. I pm della Procura di Roma hanno aperto un procedimento in relazione alla morte dell’ambasciatore e del carabiniere Iacovacci. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona con finalità di terrorismo. La procura Capitolina, che ha competenza nei casi di omicidi di italiani all’estero, ha delegato le indagini ai Carabinieri del Ros.