Carlo Calenda rosica in diretta televisiva (Tagadà, La7) quando la sadica Tiziana Panella, con aria innocente gli ha chiesto: “Quando ho visto la foto dei ministri mi sono chiesta, ma perché non c’è nessun ministro di Più Europa o di Azione? A lei non dispiace?”. Calenda ha dovuto incassare con un buon aplomb, visto che si era sperticato in grandi lodi per Mario Draghi e insieme con Emma Bonino sono rimasti tutti e due a secco di ministri e relativi ministeri.
Calenda ha detto che certo che gli è dispiaciuto non vedere la Bonino al posto di Di Maio agli Esteri ed ha anche bofonchiato una spiegazione “logica” e cioè che il partito della Bonino e lui hanno in totale due senatori e quattro deputati e quindi secondo il bilancino Cencelli rivisitato non potevano aspirare a nulla. Poi però un’ombra di tristezza si è espansa sul faccione ilare dell’ex portavoce di Montezemolo ed è partita una frase sibillina e tagliente che potrebbe suonare anche come una nemmeno tanto velata minaccia.
“Non so se Draghi abbia commesso un errore, non glielo so dire. Certo che in un governo nascono dieci emergenze al minuto, c’è il Recovery Plan… sinceramente non so…”. Tradotto dal calendese, che poi è un sottotipo romano del politichese suona così: “Mario c’ha fregato, noi lo abbiamo adulato più di tutti e non ci ha dato niente. Alla prima difficoltà te la faremo pagare, se ci è possibile”.
A pensar male si commette peccato, ma quasi sempre ci si azzecca diceva Giulio Andreotti e molto probabilmente questa regoletta aurea vale anche nel suindicato caso interpretativo. Comunque i nemici di Calenda e della Bonino stanno facendo grandissime scorpacciate di popcorn gustandosi la scenetta degna del grande zio regista, Luigi Comencini. I più grandi sperticatori di lodi a Draghi sono rimasti con zero tituli, manco il classico pugno di mosche che magari puoi rivendere a qualche amatore su Ebay. Nada. Niente di niente.
Certo ci sono i sottosegretari e alcuni posti di sottopotere, predellini, seggiolini da viaggio e similari, ma roba da premio di consolazione. Oltretutto, con la questione di rappresentatività aperta per le donne, il povero Calenda manco a quello può mirare, forse la Bonino, se si accontenta acchiappa qualcosa. Così i due che vollero farsi ministri e che ci credevano pure, e cioè il duo Calenda-Bonino, sono rimasti al palo confermando che la politica è una scienza esatta basata sull’aritmetica. Se non hai niente non pigli niente. Gli elogi, oltretutto imbarazzanti, non sono merce di scambio, ma nuvolette di fumo.