Colpevoli ma non troppo. Ritenendo che abbiano avuto delle responsabilità nell’occupazione ultradecennale del palazzo di via Napoleone III, a Roma, dove CasaPound ha installato il suo quartier generale, ma che non sia una colpa grave da poter portare a una loro condanna, la Corte dei Conti del Lazio ha assolto gli 8 dirigenti e funzionari dell’Agenzia del Demanio e del Ministero dell’Istruzione e dell’Università che erano stati mandati a giudizio per quell’immobile di proprietà pubblica su cui tanto si sta battendo la sindaca Virginia Raggi affinché venga ripristinata la legalità.
Gli otto erano accusati della mancata riscossione, per 15 anni, del canone del palazzo occupato, un danno erariale stimato in 4,5 milioni di euro. Nessuno tirerà fuori un centesimo. Per i giudici il comportamento degli otto dirigenti e funzionari “non ha assunto un carattere gravemente colposo”. E poi “nonostante le ripetute richieste delle amministrazioni interessate il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato più volte dal prefetto di Roma ha sempre dato parere negativo, per motivazioni sociali e di ordine pubblico, all’uso della forza per lo sgombero dell’immobile”.
Sul fronte penale il pm Eugenio Albamonte ha invece disposto la citazione diretta a giudizio per 16 persone, tra cui il capo dei “fascisti del terzo millennio” Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e il fratello Davide. Gli imputati sono accusati di invasione di edifici e il processo inizierà il prossimo 28 aprile.