Stop fino a marzo all’invio delle cartelle esattoriali. Con la pandemia che continua a flagellare il Paese e la crisi economica che ha generato che ancora pesa terribilmente, come aveva assicurato il Governo non ha consentito che dal Fisco arrivasse quello che poteva essere il colpo di grazia per tante famiglie e imprese.
Venerdì il Consiglio dei ministri, su proposta del premier Giuseppe Conte e dei ministri dell’economia e delle finanze e della giustizia, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede, ha così approvato un decreto-legge con cui sono stati prorogati i termini in materia di accertamento, riscossione, adempimenti e versamenti tributari, nonché le modalità di esecuzione delle pene in conseguenza dell’emergenza Covid.
Da Palazzo Chigi hanno spiegato che il decreto prevede l’ulteriore differimento, dal 31 gennaio al 28 febbraio 2021, dei termini previsti per la notifica degli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, oltre che degli altri atti tributari elencati dall’articolo 157 del decreto-legge N. 34 del 19 maggio scorso.
“Il rinvio delle cartelle di un mese non è la soluzione ottimale e sarebbero necessarie misure più articolate, ma uno degli effetti dannosi della crisi è quello di impedire di assumere decisioni che richiedano valutazioni politiche impegnative”, ha sottolineato il ministro Gualtieri proponendo in Cdm lo slittamento di cartelle e atti di riscossione.
“Il rinvio della sospensione dell’invio e riscossione di atti esattoriali e cartelle di appena un mese è una soluzione tampone, l’unica percorribile in considerazione della crisi politica in atto, ma serve un approccio sistemico e sistematico”, ha aggiunto il sottosegretario al Mef, il pentastellato Alessio Villarosa. L’esponente del Movimento 5 Stelle ha anche dichiarato che la gestione del debito fiscale complessivo, Rottamazione e Saldo&Stralcio per le difficoltà economiche correlate alla crisi pandemica sono a suo avviso le keywords per sostenere e rilanciare un’economia allo stremo.
“Oltre 1000 miliardi di crediti non riscossi – ha detto – un magazzino fiscale con una percentuale di svalutazione del 97%, un unicum in Europa. Una situazione anomala, principalmente ascrivibile al cosiddetto magazzino residuo dei crediti affidati all’Agente della riscossione per la riscossione a mezzo ruolo, la cui entità è costantemente in crescita”.
Per Villarosa tutto dipende dal particolare che il valore dei crediti che gli enti creditori affidano, anno per anno, è significativamente più elevato delle somme che l’agente stesso è in grado di riscuotere annualmente, e al fatto che i crediti che si rilevano inesigibili non vengono sistematicamente stralciati.