Prima il Consiglio dei ministri, poi la salita al Colle del premier Conte per dimettersi. Con questa mossa si è aperta ufficialmente la crisi di governo che in queste ore sta facendo fibrillare il Paese. Ma se questo primo passaggio è scandito da tempi precisi, cosa accadrà nei prossimi giorni è quello che nella maggioranza molti definiscono “un salto nel buio” per via delle numerose incognite dettate dalla pandemia, da questioni relative alle tempistiche e anche da quelle inerenti la politica e le sue trame.
L’unica certezza è che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, non vuole perdere tempo e già oggi darà il via alle consultazioni (qui il calendario) con cui verranno sentiti tutti i gruppi parlamentari, per sondarne intenzioni e motivazioni, e che dureranno tre giorni. Si inizia con le audizioni del presidente della Camera, Roberto Fico, e di quello del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Domani toccherà ai gruppi per le Autonomie e dopo dai rappresentanti del gruppo Misto. Giovedì, invece, sarà la giornata cruciale perché verranno sentiti i gruppi di tutte le maggiori forze parlamentari, tanto dell’attuale maggioranza quanto dell’opposizione.
A tutti loro il Presidente della Repubblica chiederà se hanno intenzione di dar vita a una maggioranza e, in caso, con quale premier. Terminate le consultazioni, Mattarella deciderà di affidare l’incarico alla persona che potrebbe raccogliere la fiducia delle Camere, altrimenti non potrà far altro che optare per il ritorno alle urne. Al momento esistono diversi scenari anche se tutti presentano incognite.
Il primo è quello che vede l’attuale maggioranza, magari con Italia Viva e allargata ai cosiddetti responsabili, che potrebbe portare al Conte ter. con un nuovo programma e una compagine di ministri modificata. Se non si trovasse la quadra su Conte, non si esclude che la coalizione scelga un altro premier. Altro scenario è quello che potrebbe portare alla nascita di una maggioranza allargata con un premier istituzionale e che alcuni hanno definito “governo Ursula” e che, sulla carta, potrebbe veder convergere Pd, M5s, Fi e i responsabili.
Altro scenario è quello di un governo di unità nazionale con l’ingresso del centrodestra e un premier terzo anche se tale ipotesi è stata esclusa categoricamente da Fratelli d’Italia. Se neanche questo scenario dovesse concretizzarsi, allora non resterebbe altra carta che indire nuove elezioni.