Prima o poi qualcuno chiamerà la nota trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?”. Un qualche modo bisognerà pur fare se nel nostro Parlamento c’è chi è “riuscito” a collezionare solo 80 presenze su 7.421. È la regina delle assenze: Michela Vittoria Brambilla (nella foto). Avrà senz’altro ragioni più che meritorie e legittime, fatto sta che la forzista (che pure ha una produzione parlamentare in fatto di interrogazioni – specie su temi ambientali e animalisti, manco a dirlo – ragguardevole) ha raggiunto l’1.08% delle presenze in Aula.
Nonostante bisogna precisare che con assenza – spiega OpenParlamento, il sito che monitora questo dato – si intendono “i casi di non partecipazione al voto: sia quello in cui il parlamentare è fisicamente assente (e non in missione) sia quello in cui è presente ma non vota e non partecipa a determinare il numero legale nella votazione” (purtroppo attualmente i sistemi di documentazione dei resoconti di Camera e Senato non consentono di distinguere un caso dall’altro), i numeri che emergono spingono a chiedersi quanto senso abbia allora essere “onorevole”.
Un dubbio che, in effetti, tocca diversi eletti in quota Forza Italia. Se restiamo alla Camera, infatti, scopriamo che il podio degli assenteisti è interamente occupato da berlusconiani. Dietro la Brambilla, infatti, abbiamo Antonio Angelucci (378 presenze su 7.421 sedute d’Aula) e Guido Della Frera (1386). A seguire abbiamo un parlamentare oggi nel gruppo Misto. Chi? Vittorio Sgarbi, anche lui come si sa eletto proprio con Forza Italia. Poco distante segue Antonio Martino, altro berlusconiano, che finora secondo i dati raccolti da OpenParlamento, ha raggiunto 2.499 presenze, il 33% circa del totale.
CHE “ESEMPIO”. Primati interessanti, non c’è che dire, e che rivelano come si possa essere “onorevoli fantasmi”. Specie se si considera che finora abbiamo parlato di una forza politica che, insieme ai fidi alleati, vorrebbe governare prima di domani. Vorrebbe che Giuseppe Conte si recasse immediatamente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e che ci fossero le condizioni per una nuova maggioranza o, meglio ancora, per andare a elezioni anticipate prima del fatidico semestre bianco.
A dirlo con toni forti e chiari sono stati soprattutto i leader degli altri due partiti che compongono la coalizione di centrodestra: Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Avranno i due segretari dati loro per primi l’esempio? Ni. Giorgia Meloni ad esempio non è certamente una delle più presenti in Aula alla Camera dei Deputati dato che finora – sempre stando ai dati raccolti da OpenParlamento – ha collezionato il 39,43% delle presenze. In termini numerici parliamo di 2.926 presenze sulle complesive 7.421 sedute che si sono tenute a Montecitorio. E il segretario del Carroccio, invece? Le sue assenze sono molto limitate: solo206 su 6.260.
Sempre presente in Aula, dunque? Niente affatto. In totale le presenze ammontano a 901, il 14% del totale. Nell’82,32% – parliamo di ben 5.153 su 6.260 – Salvini è infatti stato in “missione”. Cosa vuol dire questo? Difficile dirlo. Nonostante infatti si stabilisca che un parlamentare è in missione per incarico ricevuto dalla Camera o dal Senato (solitamente se componente dell’Ufficio di Presidenza, Presidente di una Commissione parlamentare o Capogruppo) o se membro del governo, è altrettanto vero che “non esistono criteri chiari per l’autorizzazione delle missioni”, come spiegava già tempo fa ancora una volta OpenParlamento.
STESSA MUSICA. Ma a proposito di Palazzo Madama, come si comportano i senatori in fatto di presenze e assenze? La musica è pressoché simile. Al di là dei senatori a vita che, come si sa, spesso e volentieri non partecipano alle dinamiche politiche e parlamentari, a spiccare tra gli altri è un altro forzista, Niccolò Ghedini col 70% delle assenze (4.411 su 6.260 sedute). Non molto lontano in questa speciale classifica troviamo un uomo forte di Fratelli d’Italia come Ignazio La Russa: l’ex ministro della Difesa ha all’attivo 59,87% di assenze, cioè 3.740 su 6.260.
Andando ancora più giù troviamo un altro leader che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi giorni: Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha collezionato 2.609 presenze su 6.260. Per il resto, conta 2.461 assenze e 1.190 missioni. Non male per chi ha parlato di poca serietà al governo, mancanza di collaborazione e, soprattutto, ha rimproverato al governo di essere una sorta di padre-padrone che decide tutto da solo non coinvolgendo il Parlamento. Magari a starci, in Parlamento, sarebbe già un buon inizio.