Giorgia Meloni e Matteo Salvini vano spediti: “Occorre un nuovo governo”, continuano a ripetere nelle file del centrodestra. Questo, secondo loro, è il momento giusto per andare a elezioni immediate e mandare a casa Giuseppe Conte. “Un governo che si fonda su ex forzisti, ex grillini, Mastella, Ciampolillo e reduci non penso sia il governo che salva il Paese”, ha spiegato ieri il leader della Lega, lasciando intendere che un’accozzaglia del genere non può sperare di portare avanti quei provvedimenti che servono in un momento così delicato al Paese.
D’altronde a sottolineare questo concetto era stata anche la Meloni in Aula alla Camera tre giorni fa: “Ricordo quando diceva voliamo alto: con la Mastella Airlines, voi la prima Repubblica la fate ampiamente rimpiangere”. Ed è curioso che lo dica proprio la Meloni. Proprio lei che è rimasta ministra grazie al passaggio in maggioranza dei due ex Idv, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi. Purtroppo quando si tratta di attaccare Conte e magari sperare di farlo cadere, la memoria vacilla, le giravolte aumentano, l’incoerenza esplode.
CAPITANO SENZA MACCHIA. Come nel caso proprio di Matteo Salvini. Oggi, infatti, il leader della Lega moltiplica i suoi appelli al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Al Quirinale andremo anche noi a ragionare in maniera pacata e rispettosa a chiedere a Mattarella se questa maggioranza che va da Mastella a ex grillini ai senatori a vita può davvero risolvere i problemi dell’Italia”, ha detto ieri il segretario del Carroccio in una diretta su Facebook.
Al di là dell’insistenza su Mastella, ciò che stupisce è che nel frattempo anche Salvini e diversi esponenti della Lega stanno facendo la loro personalissima giravolta. In queste settimane diversi esponenti del Carroccio vanno ripetendo che probabilmente Mattarella ha commesso un errore grossolano: il presidente della Repubblica, dopo le elezioni politiche del 2018, non ha dato alcun mandato alla coalizione del centrodestra perché non avrebbe avuto i numeri, non avrebbe avuto la maggioranza assoluta. Una situazione grossomodo simile a quella che oggi vive Conte. “E perché due pesi e due misure? Perché oggi Mattarella non convoca Conte al di là degli incontri interlocutori”, si chiedono in tanti nel centrodestra, a cominciare proprio da Salvini.
Peccato però che al tempo, nel 2018, era proprio il Capitano della Lega a dire tutt’altro. Il 9 aprile 2018, ospite a “Stasera Italia”, Salvini diceva: “O c’è un governo serio, o si torna a votare. Non possiamo essere l’ultima ruota del carro. Molisani e friulani hanno una grande responsabilità con il loro voto”. Un concetto già espresso il giorno prima quando, durante un comizio a Treviso, aveva detto: “O ci sono i numeri certi per un governo che faccia delle cose per 5 anni o è meglio tornare al voto.
“Andremo dal Presidente della Repubblica e diremo ‘siamo pronti’, c’è un programma sul quale chiediamo i numeri che ci mancano. Se ci sono questi numeri io parto, e non vedo l’ora. Se non ci sono, se c’è chi vuole tirare a campare, perdere tempo – diceva al tempo Salvini – e se c’è chi pensa solo alla poltrona, torniamo agli italiani”. Esattamente quanto dice oggi Conte. Però non va più bene. Oggi no. Ieri sì. È così. Questione di giravolte.