“Siamo abbastanza vaccinati alle crisi, conosciamo certi giochi di palazzo. Noi stiamo pensando all’Italia, che ci si creda oppure no”. E’ quanto ha detto ad Agorà il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Che ci siano delle cose da sistemare delle cose all’interno del governo – ha aggiunto l’esponente M5S – siamo abbastanza d’accordo, ma questo non deve portare a delle crisi al buio, perché getti il bambino con l’acqua sporca. Il progetto iniziale del Recovery non mi faceva impazzire, ne abbiamo discusso e adesso siamo arrivati a un punto di caduta apprezzato”.
“Quando si cambia la squadra di governo – ha detto ancora Di Maio – una serie di procedure nei ministeri si fermano. Già queste tensioni stanno rallentando l’azione di governo. Tutto questo alle porte della terza ondata e mentre decidiamo come spendere i 209 miliardi del Recovery? Ditemi se questo non è il momento peggiore per discutere di toto ministri o cambi di governo”.
“Io sono sempre ottimista e continuo a lavorare con ottimismo e per il dialogo interno a questo governo – ha aggiunto il ministro degli Esteri -, perché con tutte le sue difficoltà ha affrontato per prima la pandemia in Occidente, abbiamo portato avanti le politiche che servivano, vinto la trattativa sul Recovery e ora ci apprestiamo alla seconda fase che è quella delle vaccinazioni e del rilancio economico dell’Italia”.
“Anche noi puntiamo i piedi su alcune questioni e su alcuni temi – precisa ancora Di Maio -, ad esempio se il bonus del 110% è stato rinnovato è per questo, ma il tema è se poi ne facciamo un’arma contundente per alimentare tensioni politiche. Il Mes non è un tema ideologico, è un prestito a determinate condizioni che nessuno ha chiesto. Se il tema è mettere più risorse sulla sanità ne discutiamo. Si cita Mario Draghi sempre quando il governo è in un momento di fibrillazione, a volte viene utilizzato come oggetto contundente contro qualcuno. Credo che Draghi non meriti di finire nel dibattito solo quando c’è da accoppare qualche politico”.