“Se si hanno contagi altissimi posso anche capire, ma allora se si chiude la scuola si deve chiudere tutto il resto, anzi la scuola dovrebbe essere l’ultima a chiudere. Se i contagi non sono alti, e ne abbiamo territori così, la scuola deve restare aperta: decisioni diverse non sarebbero comprese; la scuola ha un ruolo fondamentale, parliamo del futuro delle giovani generazioni che devono essere nel cuore delle istituzioni”. E’ quanto ha detto a RaiNews24 la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
“Sono stati messi dei soldi in più – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo -, il problema non è più quello dei trasporti, ci sono tutte le condizioni affinché la scuola riparta in sicurezza. Non esiste il rischio zero ma in nessun ambito esiste, però la scuola si è ben organizzata con dei protocolli molto seri sia dentro le scuole che fuori le scuole. E’ stato fatto un lavoro enorme, ci sono tutte le condizioni perché un Paese civile possa riportare a scuola gli studenti l’11 gennaio”.
“E’ evidente a tutti – ha aggiunto la Azzolina – che una mancata scuola in presenza favorisce delle problematicità. La didattica in presenza è un’altra cosa, la scuola è vita, amicizia, guardarsi negli occhi, sorridere, ecco perché è evidente che lasciare a casa gli studenti davanti ad un computer genera una serie di problematicità. Il ritorno a scuola l’11 gennaio per gli studenti superiori metterà fine alla didattica a distanza, perché la scuola non è solo imparare qualcosa. Gli studenti hanno diritto di tornare a scuola, né la politica né la pandemia possono impedire agli studenti di avere sottratto il proprio futuro”.
“Diamo un messaggio di chiarezza alle famiglie – prosegue il ministro dell’Istruzione -, agli studenti e al personale scolastico. Il 7 gennaio si ritorna a scuola, questa data è confermata ed è una data che si porta dietro un enorme lavoro che il governo ha fatto insieme anche ai prefetti e a tutti gli attori coinvolti; quindi il 7 gennaio tornano in classe 5 milioni di studenti del primo ciclo, sono gli stessi che hanno frequentato le scuole nelle ultime settimane, anche nel pieno della seconda ondata della pandemia. Invece l’11 di gennaio il governo ha autorizzato l’ingresso nelle scuole anche per gli studenti delle superiori, delle scuole secondarie di secondo grado, che potranno rientrare in una percentuale pari al 50%”.