Dopo mesi di pandemia, con il suo gesto simbolico di sottoporsi per prima alla vaccinazione ha ridato speranza a gran parte degli italiani. Peccato che non tutti abbiano colto il messaggio d’amore che la giovane infermiera Claudia Alivernini ha provato a diffondere, trasformandosi essa stessa in un simbolo della lotta al Covid-19, come emerge dalla pioggia sconfinata – e insensata – di minacce (leggi l’articolo) che le sono piovute addosso sui social dagli odiatori seriali dei NoVax. Intendiamoci in Italia esiste la libertà di pensiero come anche quella di scegliere se vaccinarsi o meno ma, al contrario, non esiste alcun diritto di deridere, sbeffeggiare e perfino augurare la morte a chi la pensa diversamente.
«Non mi aspettavo tanta cattiveria – ha detto al Messaggero la 29enne che valutando di denunciare alla Polizia postale le minacce subite -, un odio così grande, tanto veleno e rabbia, ma io lo rifarei subito, lo rifarei mille altre volte ancora, per tutti i miei colleghi che sono morti per aiutare gli altri, per tutti coloro che hanno perso la vita stroncati dal Covid e io ne ho visti tanti, troppi, di pazienti andare via…”.
Si tratta di una violenza che i negazionisti riversano ormai quotidianamente su tutto e tutti al grido di una presunta – quanto inverosimile – dittatura sanitaria e di una pandemia che, secondo loro, è un’invenzione nonostante in Italia si siano superati i 2 milioni di casi diagnosticati e oltre 70 mila vittime. Per loro tutto ciò è semplicemente una bufala che qualcuno, non si capisce chi, perpetua per un motivo non ancora del tutto chiaro. Così in questo tritacarne continuo fatto dai NoVax, di volta in volta finiscono il premier Giuseppe Conte, qualche ministro, le Forze dell’ordine, Big Pharma e, per ultima, perfino una giovane e bella infermiera la cui unica “colpa” è di esser stata scelta per vaccinarsi e diventare un esempio.
IL FRAINTENDIMENTO. Eppure tanto è bastato per trasformare, per l’ennesima volta, il web in un indecente far west dove al posto delle pistole ci sono le minacce di morte e le offese gratuite. Dove voglia arrivare questa campagna di odio continuo, non è dato saperlo. Quel che è certo è che ha terrorizzato Claudia al punto da convincerla a rimuovere tutti i suoi profili dai social network, di fatto costringendola a rinunciare ad una parte della propria vita seppur solo virtuale, e a valutare di sporgere denuncia alla polizia postale. Del resto è impossibile darle torto visto che la campagna d’odio che le si è ritorta contro ha visto pubblicare messaggi inquietanti come “vediamo quando muori”, alludendo ad una pericolosità del vaccino che i negazionisti rilevano anche a dispetto di tutte le autorità sanitarie del mondo che giurano il contrario. Qualcuno, fuorviando l’iniziativa di sensibilizzazione alla vaccinazione e di cui la ragazza non è stata di certo la regista, è arrivato perfino a scrivere “sei pagata per fare il tuo lavoro, fallo in silenzio senza cercare notorietà, altrimenti cambia mestiere” e “stai solo facendo spettacolo”. Tutte accuse ingiustificate come dimostrano i fatti.
GUERRA CONTINUA. Eppure i NoVax non sono di certo rispuntati fuori dal nulla in occasione del V-day. Anzi in questi mesi la loro opera di mistificazione e di denigrazione li ha già portati più volte a manifestare in piazza, rigorosamente senza mascherine tanto che uno dei più recenti ritrovi a Roma è stato sciolto dalle forze dell’ordine, oppure a lanciare anatemi a chiunque sia favorevole al vaccino. Soltanto pochi giorni fa, sono bastate le immagini del trasporto scortato dal Belgio all’Italia dello stock di farmaci destinato allo Spallanzani per scatenare l’ennesima ondata di indignazione prima contro il Governo e dopo nei confronti di chi stava facendo il suo dovere, cioè trasferire in sicurezza le dosi del siero.
Un compito che è stato assegnato alle Forze dell’ordine e alle Forze armate non per caso o per fare passerella, come qualcuno sui social scrive in malafede, ma perché l’Interpol ha messo tutti in guardia sui vaccini anti-Covid che sono “l’oro liquido del 2021”, allertando le Forze di polizia di tutta Europa sul rischio che la criminalità possa tentare di rubare le dosi per poi rivenderle al mercato nero, magari attaccando i siti di stoccaggio o direttamente i carichi in transito. Gli stessi negazionisti che, già a marzo scorso, hanno avuto il coraggio di mettere in dubbio non solo l’esistenza del virus ma addirittura che le bare trasportate da Bergamo a bordo dei carri militari fossero piene. Dubbi che non si fermano sulla rete, ma che raggiungono anche i medici. Dopo l’avvio di tredici procedimenti disciplinari da parte dell’Ordine professionale verso altrettanti colleghi negazionisti o comunque obiettori sui vaccini, i medici che sconsigliano di immunizzarsi sarebbero saliti a un centinaio.