Nonostante il 2020 sia un anno da dimenticare, in primis per le migliaia di vittime della pandemia e in seconda battuta per le ripercussioni economiche da essa causate, buone notizie almeno sul fronte delle imprese arrivano dai dati della Relazione annuale del Ministro dello Sviluppo Economico al Parlamento sulle startup e Pmi innovative. Nel corso del 2020, malgrado la crisi, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese è continuato a crescere, registrando un buon più 10,4 per cento e superando, nel novembre 2020, la soglia delle 12 mila unità.
La resilienza di queste imprese è legata ai punti di forza che le caratterizzano: forte attitudine al digitale e allo smart working, velocità e flessibilità nel rispondere alle nuove esigenze, elevato livello di competenze tecniche e informatiche. La crisi ha, tuttavia, colpito gran parte del sistema produttivo ed è stato fondamentale, pertanto, adottare misure anticongiunturali e, nel contempo, misure che sostenessero e stimolassero il rafforzamento dell’intero ecosistema dell’imprenditoria innovativa, su cui il governo ha concentrato, a partire dal dicembre 2012, molte agevolazioni attraverso lo Startup Act.
Come sottolineato dal titolare del Mise, il pentastellato Stefano Patuanelli (nella foto), “il Ministero non solo ha garantito continuità alle politiche di supporto pubblico all’ecosistema delle Startup e delle Pmi innovative, ma ne ha fatto un target di riferimento introducendo nuove misure di agevolazione per sostenerne la resilienza e il rilancio in risposta alla crisi Covid-19’’. In particolar modo, con il Decreto Rilancio dell’agosto 2020, sono state adottate numerose iniziative a favore del mondo delle Startup e delle pmi innovative tra cui risorse aggiuntive (200 milioni di euro) attribuite per potenziare il Fondo centrale di garanzia per le Pmi; 10 milioni per erogare contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi erogati da incubatori, acceleratori, innovation hub per lo sviluppo di imprese innovative; l’introduzione di incentivi in de minimis, che prevedono una detrazione fiscale del 50% per investimenti in Startup e Pmi innovative.
Infine la costituzione di un Fondo per il trasferimento tecnologico, gestito dalla Fondazione Enea Tech, con dotazione di 500 milioni di euro per il 2020 che ha, tra i vari compiti, quello di realizzare attività di supporto alla crescita delle Startup e pmi ad alto potenziale innovativo. Ulteriori 200 milioni di euro sono stati, infine, assegnati al Fondo di sostegno al venture capital, andando a potenziare il Fondo Nazionale Innovazione. Risultati importanti in um settore in espansione anche dal punto di vista degli occupati: la forza lavoro complessivamente coinvolta da startup e pmi innovative conta ormai oltre 85.000 unità (con un incremento rispetto al 2018 di poco meno del 26%), “segno dell’affermazione di un vero e proprio patrimonio da tutelare e continuare a guidare nel suo percorso di nascita, crescita e consolidamento” sottolinea una nota del Mise.
La maggior parte delle startup (quasi il 75%) opera nel comparto dei servizi alle imprese (in particolare servizi ICT), ma rilevante appare l’incidenza delle startup culturali e creative (pari al 37,7%) e delle imprese energetiche e green sul totale delle startup innovative (14,6%). Elevato risulta, inoltre, l’utilizzo delle Tecnologie 4.0: il 43% delle startup innovative del settore dei servizi alle imprese ha dichiarato di operare con le Tecnologie 4.0 (ICT, telecomunicazioni, intelligenza artificiale e green economy).