Missione compiuta. I diciotto pescatori di Mazara del Vallo prigionieri da 108 giorni in Libia sono stati liberati e questa notte hanno lasciato il porto di Bengasi. Arriveranno domenica mattina in Sicilia. La situazione si è sbloccata dopo il volo ieri a Bengasi del premier Giuseppe Conte e del ministro degli esteri Luigi Di Maio, che hanno accettato di incontrare il maresciallo Khalifa Haftar, capo militare che controlla l’Est del Paese e che è alla costante ricerca di un riconoscimento del suo ruolo. L’arrivo dei pescherecci “Antartide” e “Medinea”, con a bordo otto italiani, sei tunisini, due indonesiani e due senegalesi, è atteso in Sicilia per domenica.
IL CASO. I diciotto marinai erano stati bloccati dalla guardia costiera di Haftar al largo di Bengasi, sostenendo che avessero violato le acque territoriali, pescando all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro pertinenza. Le milizie avevano poi anche inscenato un sequestro di droga a bordo di uno dei pescherecci ed era infine arrivata la richiesta di liberare quattro giovani libici bloccati nel 2015 con l’accusa di essere degli scafisti. Un modo per fare pressioni sull’Italia e spingere Roma a riconoscere il peso di Haftar in Libia.
Dopo l’incontro di ieri tra il maresciallo, Conte e Di Maio è arrivata la liberazione dei pescatori. “Per noi è un giorno di festa – ha subito dichiarato il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci – al loro ritorno festeggeremo con i fuochi d’artificio”. Un’operazione portata a termine grazie soprattutto al prezioso l’avoro dell’Aise, e del corpo diplomatico, come ha sottolineato lo stesso ministro Di Maio. Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico, ha quindi elogiato “il ruolo del governo dell’Italia e i suoi sforzi a sostegno del percorso per risolvere la crisi libica”. Sulla vicenda dei pescatori bloccati in Libia intanto la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, senza ipotesi di reato e senza indagati.
LE REAZIONI. Soddisfatti per il rientro in Italia dell’equipaggio dei due pescherecci l’intero Governo e tutte le forze politiche. Ma anche in questo caso non sono mancate voci stonate, a partire da quelle di Matteo Salvini e del presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè. “Provo un’infinita felicità nei confronti delle famiglie dei pescatori liberati, ma provo al contempo una grandissima tristezza nel vedere cosa stanno facendo questi due personaggi, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che non c’entrano assolutamente niente con la liberazione”, ha scritto Miccichè su Facebook.
“Spero sinceramente – ha aggiunto – per il bene dell’Italia, che l’accordo prevede che Di Maio resti in Libia per dimostrare che noi italiani siamo coraggiosi, altrimenti è una cosa così ridicola”. “Oggi sono 108 giorni dal sequestro, con comodo…”, ha invece detto il leader della Lega.