“Dobbiamo fare delle scelte per tutelare i più fragili e gli anziani, a costo di sfiorare l’impopolarità. Dovremo passare il Natale ognuno a casa propria”. E’ quanto ha detto a SkyTg24 il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, parlando degli imminenti provvedimenti che il Governo assumerà per contenere l’epidemia durante le festività. “Era già previsto un Consiglio dei ministri venerdì – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo -, non sappiamo quando e a che ora; una serie di provvedimenti saranno approvati oggi pomeriggio in Conferenza Unificata e Conferenza Stato-Regioni, tra venerdì e sabato sicuramente ci sarà il Consiglio dei ministri”.
“Io sarei per stringere il più possibile”, ha aggiunto Boccia. In base ai numeri attuali, ha ricordato ancora il ministro, nei prossimi gironi le regioni saranno tutte in fascia gialla, ma “la domanda che dobbiamo porci nel momento in cui siamo tutti a casa e quasi tutti fermi perché questo accade nel nostro Paese da sempre durante le festività del Natale, di Capodanno, dell’Epifania, ha senso mantenere il Paese aperto? Noi riteniamo di no”.
“Non lo ritiene solo Francesco Boccia o Luca Zaia – ha detto ancora il ministro -, ma ieri abbiamo detto in maniera molto chiara con tutti i presidenti di regione – e tra poco inizierà una riunione anche con comuni e province – e abbiamo tutti la stessa posizione. Si tratta di decidere nelle prossime ore, con il governo compatto e mi auguro anche con il sostegno dell’opposizione, quali devono essere le restrizioni dal 24-25 fino all’Epifania”.
“Io penso – ha aggiunto Boccia – che sia più opportuno restringere il più possibile, ma non è una decisione che prendo solo io ma la prendiamo tutti quanti insieme. Le decisioni che prenderemo saranno prese a tutela di tutti. La tutela della salute e la difesa della vita devono essere l’impegno di tutti non di una parte politica”.
Il monitoraggio settimanale
Sul fronte dei contagi, il monitoraggio della Fondazione Gimbe nella settimana 9-15 dicembre conferma, reso noto oggi, mostra “un lieve rallentamento nella crescita dei nuovi casi, sovrastimato da un ulteriore calo dei tamponi”. Lo stesso monitoraggio conferma il calo della pressione sugli ospedali, ma area medica e terapie intensive rimangono ancora “sopra soglia di saturazione rispettivamente in 10 e 14 regioni”. Continua a salire, invece, il numero dei decessi.
“I dati di questa settimana – ha detto il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – confermano il rallentamento del contagio, documentato dalla riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (6,4% vs 8,4% a livello nazionale, registrata anche in tutte le Regioni) e dal numero dei nuovi casi settimanali (- 17,1%). Tuttavia, la netta riduzione di oltre 88 mila casi testati (-16,1%) e il rapporto positivi/casi testati stabile finiscono per sovrastimare gli effetti delle misure di mitigazione”.
“In questo scenario – ha aggiunto Cartabellotta – la serrata di Natale è l’unica possibilità per non affacciarsi al nuovo anno con ospedali ancora saturi e servizi sanitari che rischiano di andare in tilt per la coincidenza tra riapertura delle scuole, picco dell’influenza e avvio della campagna di vaccinazione anti-Covid. Non è più il tempo di giocare con i colori disorientando la popolazione, ormai stremata psicologicamente ed economicamente dal continuo e imprevedibile tira e molla sino all’ultimo minuto: Governo e Regioni non possono limitarsi a temere la terza ondata, devono arginarla”.