Sono partiti per manganellare e sono finiti manganellati. In un Paese in cui non sempre il merito premia e troppo spesso merita l’opposto, Report è una trasmissione basata su un giornalismo di pregio, che proprio per tale ragione continua a crescere negli ascolti, lontana tanto dal servio encomio quanto dal codardo oltraggio, e che sta diventando anche un laboratorio per la formazione di giornalisti che aspirano a fare un’informazione d’inchiesta. Alle bordate di Fratelli d’Italia contro il programma e contro Sigfrido Ranucci che lo manda avanti, avendo digerito male i servizi sui tanti guai con la giustizia di esponenti del partito di Giorgia Meloni, in Commissione vigilanza il direttore di Rai3, Franco Di Mare (nella foto), ha risposto snocciolando i dati sui risultati ottenuti da Report e spazio per le polemiche ne è rimasto poco.
NIENTE BAVAGLIO. Di Mare, audito in Vigilanza, ha definito Ranucci un “beniamino” del pubblico e Report uno dei programmi di Rai3 con maggiori ascolti. Una squadra che sta creando anche Report Lab, un laboratorio dedicato a formare giornalisti d’inchiesta che saranno selezionati sia tra le risorse interne che esterne della tv pubblica. “Rai3 è la rete con le migliori performance autunnali”, ha detto orgoglioso il direttore. E a tale successo contribuisce proprio il programma curato dal vicedirettore Ranucci.
“I dati d’ascolto da quando abbiamo varato la nuova stagione sono eccezionali – ha evidenziato Di Mare – registriamo miglioramenti del 10% nell’intera giornata rispetto allo scorso anno” e diversi punti in prime time, portando Rai3 “saldamente al terzo posto” tra le reti generaliste, dopo Rai1 e Canale 5. “Su tutte le proposte della terza rete – ha quindi aggiunto il direttore – svettano Che tempo che fa, “con 750.000 spettatori in più rispetto all’anno scorso” quando era su Rai1, e Report, con un “+2,68% rispetto all’anno scorso, +780.000 telespettatori”. Ancora: “Spesso i servizi di Report anticipano la magistratura, come è appena accaduto con la vicenda Oms”.
E la contestata notizia sull’intercettazione della telefonata avvenuta tra il comandante generale Angelo Giuliani e il comandante del I Gruppo Stefano Napoli, che chiama in causa l’allora onorevole Marco Marsilio, di FdI, attuale governatore dell’Abruzzo? “Determinante anche ai fini giornalistici dell’inchiesta di Report, per dimostrare il ruolo che il comandante generale Napoli ha ricoperto nell’ambito delle indagini condotte dal Corpo di polizia locale di Roma e finite in Procura con grande ritardo, indagini sulle quali è tutt’oggi aperto un processo presso il Tribunale di Roma che vede quattro vigili accusati di estorsione”. Restano le polemiche di Fratelli d’Italia, con Federico Mollicone e Daniela Santanchè che hanno parlato dell’esistenza di un “metodo Report, che è una “macchina del fango” e che fa uso di “manipolazione”, ma i fatti parlano chiaro.
L’ALTRO FRONTE. Un altro fronte però, proprio in Vigilanza, Di Mare lo ha aperto su Bianca Berlinguer. “La signora Berlinguer – ha sostenuto il direttore – è stata più volte invitata da me a non rilasciare più dichiarazioni, in base anche alle indicazioni del codice interno, e non ha ascoltato: sono fortemente aziendalista e sono sicuro che i vertici sapranno cosa indicare alla signora Berlinguer sulla questione delle interviste”. Un affondo relativo alle interviste della conduttrice di Cartabianca sull’esclusione di Mauro Corona dal programma per aver fatto dichiarazioni scomposte.
LA PRECISAZIONE DI “CHE TEMPO CHE FA'”
Egregio direttore, desidero rettificare quanto riportato nell’articolo a firma Giorgio Iusti pubblicato ieri su La Notizia, dal titolo “Report fa volare gli ascolti Rai” e precisamente nel passaggio in cui si fa riferimento agli ascolti di “Che tempo che fa” in cui viene indicato un aumento di 750.000 spettatori in più rispetto all’anno scorso “quando era su Rai1”. L’anno scorso il programma era su Rai2 e non su Rai1, dove era in onda 2 anni fa e dove registrava un ascolto medio di 4 milioni di spettatori.
Andrea Grandi
Uff. Stampa Che tempo che fa