ArcelorMittal ha firmato un accordo vincolante con Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa del ministero dell’Economia, per una partnership pubblico-privata tra le parti. Il contratto di investimento – si legge in una nota della società – comporterà una ricapitalizzazione di AM InvestCo, la controllata di ArcelorMittal che ha firmato il contratto di locazione e obbligo di acquisto per l’attività di Ilva. Invitalia investirà in AM InvestCo in due tranche: il primo investimento di 400 milioni di euro sarà effettuato entro il 31 gennaio 2021 (soggetto ad autorizzazione antitrust dell’UE), conferendo a Invitalia il controllo congiunto su AM InvestCo.
La seconda tranche fino a 680 milioni di euro è pagabile alla chiusura dell’acquisto da parte di AM InvestCo delle attività di Ilva, che e’ soggetta al soddisfacimento di varie condizioni sospensive entro maggio 2022, momento in cui la partecipazione di Invitalia in AM InvestCo raggiungerà il 60%. ArcelorMittal investirà anche fino a 70 milioni di euro, nella misura necessaria per mantenere una partecipazione del 40% e il controllo congiunto della società. Quanto alle condizioni sospensive, nella nota la società spiega che comprendono: la modifica del piano ambientale esistente per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali sullo stabilimento di Taranto e l’assenza di misure restrittive – nel contesto di procedimenti penali in cui Ilva è imputato – che vengono imposte contro AM InvestCo.
Il piano industriale aggiornato concordato tra AM InvestCo e Invitalia prevede investimenti in tecnologie per la produzione di acciaio a basso tenore di carbonio, inclusa la costruzione di un forno elettrico ad arco da 2,5 milioni di tonnellate. Il piano industriale, che mira a raggiungere 8 milioni di tonnellate di produzione nel 2025, prevede una serie di misure di sostegno pubblico, compreso il sostegno all’occupazione finanziato dal governo. Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per il quale “l’accordo prevede un significativo impegno finanziario da parte dello Stato italiano e rappresenta un passo importante verso la decarbonizzazione dell’impianto di Taranto attraverso l’avvio della produzione di acciaio con processi meno inquinanti. L’intesa, che prevede l’ingresso dello Stato, tramite Invitalia, al 50% e successivamente, dal 2022, il controllo pubblico dell’azienda, oltre alla ristrutturazione integrale dell’impianto e alla scrupolosa attuazione del piano ambientale garantirà a regime il mantenimento dei livelli occupazionali”, spiega il ministro in un post su Facebook.
“Un’attenzione straordinaria verrà posta sul tema delle manutenzioni e della sicurezza dell’impianto. Circa un terzo della produzione di acciaio avverrà con emissioni ridotte, grazie all’utilizzo del forno elettrico e di una tecnologia d’avanguardia, il cosiddetto ‘preridotto'”, aggiunge Gualtieri. “Oltre all’accordo di co-investimento per la gestione dell’EX ILVA – aggiunge l’esponente dell’Esecutivo – è infatti prevista la costituzione di una nuova società a capitale pubblico dedicata allo sviluppo di questa nuova tecnologia. Consapevole delle questioni sollevate, anche in questi giorni, dalle comunità locali, il Governo accoglie la richiesta avanzata dalla Regione Puglia, dal Comune di Taranto e dalle altre rappresentanze territoriali per l’apertura di un tavolo di confronto per accompagnare, monitorare e accelerare la transizione verso le nuove produzioni verdi e per condividere gli interventi per il risanamento ambientale e il rilancio economico della città e del territorio tarantini”.