Sembra incredibile eppure dopo la collaborazione farsa sull’omicidio di Giulio Regeni, l’Egitto continua a farsi beffe dell’Italia. L’ultimo schiaffo è quello relativo al caso di Patrick Zaki, lo studente dell’Università Alma Mater di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio – in assenza di prove – per propaganda sovversiva, a cui ieri il giudice ha inflitto ulteriori 45 giorni di custodia in carcere. Una decisione che ha immediatamente causato l’ira di Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Parlamento europeo, secondo cui “la proroga della detenzione preventiva di Patrick Zaki è una decisione immotivata e crudele” che mostra sempre più come “la violazione sistematica dei diritti civili in Egitto sta assumendo contorni non più tollerabili”.
Proprio per questo il grillino sa che è il momento che a prendere parola, dopo silenzi imbarazzanti che vanno avanti senza sosta da mesi, deve essere “l’Unione europea” da cui “adesso ci aspettiamo una forte reazione affinché cessino arresti e detenzioni arbitrarie, torture in carcere e sparizioni forzate, oltre a persecuzioni e discriminazioni a danno di donne, esponenti della comunità lgbt e migranti” assicurando che comunque “M5S e il governo italiano si batteranno con forza affinché Patrick Zaki, così come tutti gli altri attivisti tuttora in carcere, vengano liberati senza se e senza ma”.
A pensarla così sono anche i deputati e le deputate 5S in Commissione Esteri secondo cui “non possiamo che esprimere forte preoccupazione e delusione per le sorti di Patrick Zaki ancora detenuto nelle carceri egiziane”. Peccato che se i grillini sperano in un’intervento dell’Ue che condanni l’Egitto, al momento niente fa pensare che le cose andranno in questa direzione. Per uno strano scherzo del destino proprio mentre il giudice emetteva il verdetto choc su Zaki, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi stava tenendo un meeting a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron.
Un incontro in cui, spiegano i due leader in una conferenza stampa congiunta, il vertice dell’Eliseo ha detto che è stato “affrontato in modo franco” il tema dei diritti umani al Cairo. A suo dire esistono “disaccordi” tra i due Paesi in tema di ”diritti umani”, ma “non condizionerei la nostra cooperazione in materia di difesa, come in materia economica, a questi disaccordi”. Anzi secondo Macron che si è detto felice per il rilascio di tre membri dell’ong Eipr dove lavorava proprio Zaki, è “più efficace avere una politica di dialogo piuttosto che una politica di boicottaggio, che ridurrebbe l’efficacia di uno dei nostri partner nella lotta al terrorismo e per la stabilità regionale”.