“Stupore e rammarico per il metodo seguito dal Governo” è stato manifestato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in merito al percorso che ha portato all’elaborazione del nuovo Dpcm per l’emergenza Covid-19 che il premier Giuseppe Conte illustrerà questa sera (la conferenza stampa è annunciata per le 20.15). “L’esecutivo – si sottolinea in una posizione che la stessa Conferenza ha inviato al presidente del Consiglio – ha approvato, nella serata di ieri, il decreto-legge 2 dicembre 2020, n.158 in assenza di un preventivo confronto con le Regioni”.
E’ un “metodo” – sottolineano le Regioni – che “contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza”. Proprio “il mancato confronto interistituzionale non ha consentito di portare alla individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie”.
Le Regioni, si legge ancora nella nota, prendono dunque “atto delle scelte operate con l’adozione del decreto-legge che, intervenendo con forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, rende di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del DPCM”. Infine si “evidenzia che non si fa riferimento alcuno a norme sui ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle Regioni e dalle Province autonome”.
“Mi rivolgo al premier Conte – ha detto, invece, il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci -: cambi le norme sbagliate inserite nel decreto sulla mobilita’ comunale del 25, 26 dicembre e 1 gennaio. Lo chiedono le Regioni e 25 miei colleghi senatori del Pd. Non è una questione di poco conto, riguarda milioni di famiglie che abitano in zone limitrofe, divise soltanto dai confini del proprio Comune. Bisogna, a mio avviso, rendere possibile, nel rispetto delle norme, i ricongiungimenti familiari e affettivi anche solo per poche ore. Servirebbe anche non discriminare tra attività economiche di città e attività economiche di Paese”.