Dopo l’accordo tra Pd e M5S in Puglia, nel Movimento è ancora alta la tensione. La decisione di quattro consiglieri regionali su cinque di dialogare con il presidente dem Michele Emiliano ha riaperto lo scontro interno, con l’ex candidata grillina alle elezioni Antonella Laricchia che ha parlato di “tradimento”, tanto da convincere il capo politico Vito Crimi a prendere posizione, con un lungo post su Facebook, per chiarire una volta per tutte l’accaduto. Contrariamente a quanto viene sostenuto da molti, secondo il leader “il Movimento 5 Stelle non è entrato nella nuova giunta guidata da Michele Emiliano e non fa parte delle forze che governano la Regione”.
Dopo una campagna elettorale tesa e “condotta senza fare sconti a nessuno”, continua Crimi, “abbiamo scelto di riconoscere la legittimità di chi ha vinto le elezioni e di accettare il confronto, senza preconcetti”. Un confronto che, assicura, “ha l’obiettivo di individuare temi, punti programmatici, azioni concrete da compiere per il bene dei cittadini pugliesi”. Una scelta, quella dei quattro consiglieri grillini, che per il capo politico è stata fatta “con spirito costruttivo e senso di responsabilità in un momento particolarmente difficile per il nostro Paese e dunque anche per la Puglia”.
Poi il leader, in riferimento alla reazione della stessa Laricchia, ha aggiunto che “invece di puntare il dito e parlare di tradimento, cerchiamo di lavorare nell’interesse dei cittadini”. Parole concilianti e con cui si sperava di mettere un punto alle polemiche ma che non sembrano aver convinto tutti. Anzi proprio scorrendo tra i commenti al post di Crimi è spuntato il commento al vetriolo di Alessandro Di Battista, da tempo in prima linea insieme all’ex ministra Barbara Lezzi contro l’accordo con i dem, che, in disaccordo con il capo politico, ha scritto: “Forlani deve averti preso l’account, controlla”.
Quel che appare evidente è che permane la scollatura tra una parte del Movimento che insiste nel rifiutare la collaborazione con Emiliano e il fronte governista che spinge perché il dialogo non venga chiuso. Proprio a quest’ultimi si è rivolto ieri il governatore dichiarando che “saranno le loro regole interne” dei 5S “a decidere se entrare in giunta o no” perché “noi abbiamo riservato loro una delega chiave come quella al Welfare”.