Un coro unanime di no: è quello che incassa la proposta lanciata ieri dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli, convinta che sia necessario rivoluzionare gli orari delle scuole e spalmare l’attività didattica in presenza durante l’intera giornata: “È inutile inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l’orario di ingresso per tutti è quello delle 8. Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz’ora prima. Dobbiamo spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20” e fin qui nulla quaestio, ma poi aggiunge che “Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato. Sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”.
I primi a bocciare l’idea di spalmare la didattica in presenza sull’intera settimana, dal lunedì alla domenica sono i presidi: i dirigenti scolastici si sono detti sempre favorevoli rispetto alla possibilità di scaglionare gli orari di ingresso in classe, ma “con ovvi limiti di ragionevolezza”, e chiedendo una contestuale riorganizzazione del trasporto pubblico. Anche dai sindacati arriva una sonora stroncatura, bollando la proposta della ministra come uno spot: “E’ solo uno spot, uno dei tanti. Forse hanno finito le idee e vanno alla ricerca di soluzioni che possono essere peggiori dei problemi che abbiamo. Non abbiamo nessun problema a lavorare la domenica, ma dobbiamo capire come vogliono fare”, commenta la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
Più tranchant il ministro pentstellato Alfonso Bonafede, che pare non aver gradito l’invasione di campo a discapito della titolare dell’Istruzione Lucia Azzolina: “In un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica. Le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi, sarebbe davvero fuori luogo mandare gli studenti fra i banchi perfino in un giorno festivo”, taglia corto. Anche dalle parti del Partito democratico restano “freddi”, definendo la proposta come “personale”, mentre i renziani continuano a mettere in luce le “criticità” dei trasporti.