Oggi il voto sullo scostamento di bilancio da 8 miliardi, prima in Senato e poi alla Camera, con un occhio alla manovra che a Montecitorio entrerà nel vivo del suo esame già dal fine settimana e al decreto Quater, che sarà assorbito nel pacchetto Ristori all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama, e nel quale è già stato accorpato, tramite emendamento il terzo decreto. Insomma di carne al fuoco ce n’è ma al momento, gli occhi sono puntati soprattutto sulla votazione di oggi al Senato, dove i numeri sono ballerini.
“Sullo scostamento, Fratelli d’Italia non è disposta a votare alla cieca” – aveva già fatto sapere Giorgia Meloni martedì sera in vista del vertice di centrodestra che si è svolto ieri per definire una serie di proposte sulle quali chiedere un “impegno preciso” del governo. “Solo dopo – aveva precisato la leader di FdI – si potrà decidere l’atteggiamento da tenere. Noi del centrodestra abbiamo già votato due scostamenti e in tutto sono stati messi oltre 80 miliardi a disposizione del governo, e in gran parte sono stati dilapidati, proporrò al centrodestra di fare un documento comune e di mandarlo al governo. E sulla base delle risposte che arriveranno a quel documento, come centrodestra decidiamo come votare sullo scostamento di Bilancio”.
Alla fine, dopo le polemiche e i veleni delle scorse settimane – soprattutto fra il leader della Lega Matteo Salvini e Forza Italia, rea di avere un atteggiamento di “collaborazione istituzionale” col governo Conte, nel corso dell’incontro è stata ribadita “l’unità e la compattezza indiscutibile della coalizione”: il centrodestra avrà una posizione unitaria in occasione del voto di oggi e in un clima definito “sereno” (“Il vertice del centrodestra è andato bene, siamo tutti d’accordo”, ha dichiarato Salvini), si è fatta la sintesi delle due richieste, quella di Silvio Berlusconi, collegato telefonicamente, e quella della Meloni (che alla fine ha prevalso): il primo ha fatto un passo indietro rispetto al le proposte già elaborate dal suo partito la scorsa settimana, puntando su una disponibilità a proporre una soluzione più collegiale e venendo incontro alla seconda che aveva appunto avanzato l’ipotesi di un documento comune dove condensare le proposte della coalizione da presentare al governo.
Dal quale ci si aspetta una risposta formale: le proposte elaborate saranno infatti concretizzate sotto forma di una risoluzione che verrà presentata oggi prima del voto a cui stanno lavorando un gruppo di sei persone, due per ogni partito. Per Forza Italia ci sono il responsabile economico Renato Brunetta e Gilberto Pichetto Fratin, il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida e Giovan Battista Fazzolari per Fratelli d’Italia, Claudio Borghi e Alberto Bagnai per la Lega. Sulla risoluzione il centrodestra, in virtù dell’apertura al dialogo e alla collaborazione arrivata da Conte, sostenuta dal Pd e fortemente auspicata dal capo dello Stato Sergio Mattarella – si aspetta appunto condivisione e un voto positivo.
Sarà questa la risposta che potrebbe portare i tre partiti a votare a favore, al contrario responsabilmente Fi, Lega e Fdi si asterranno sul documento della maggioranza. Nel summit di ieri, al contrario di quanto anticipato, non c’ è stato nessun accenno alla proposta di federare la coalizione avanzata Salvini- anche perché con una riforma della legge elettorale in senso proporzionale per effetto della quale ogni partito corre per sé, avrebbe in effetti poco senso; né si è parlato di candidati per le prossime amministrative. Quest’ultimo resta un nodo ancora da sciogliere e che è stato rimandato alla prossima settimana.
“Sono state accolte dal governo tutte le proposte del centrodestra” ha detto questa mattina una autorevole fonte di Forza Italia, annunciando il voto favorevole del partito azzurro allo scostamento di bilancio. Il via libera da parte di Forza Italia è stato comunicato dallo stesso Berlusconi durante un collegamento questa mattina con i deputati di FI.