Con un bilancio da 5,6 miliardi di euro e oltre duemila dipendenti, l’Agenzia spaziale europea, nota con l’acronimo Esa, coordina i progetti spaziali di 22 Paesi. Un settore che rappresenta l’1% del Pil. La guida di una struttura del genere concede grandi chances e quando è stata bocciata la candidata italiana alla direzione dell’agenzia con sede a Parigi sono piovute critiche pesantissime sul sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro (nella foto), sia da parte degli alleati del Pd che da parte delle destre. Attorno alla candidatura emerge però essere stata giocata una partita tutta interna ai giallorossi, recuperata in extremis dall’Italia grazie a un austriaco d’adozione.
IL CASO. Occorre però andare per ordine. Da tempo i dem stanno cercando di piazzare dei loro uomini nei centri di potere europei. Ci hanno provato senza successo con Pier Carlo Padoan per la presidenza della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e ci hanno provato poi per l’Agenzia della difesa. Quando è arrivato il momento di puntare su una candidatura prestigiosa per l’Agenzia europea dello sviluppo i pentastellati hanno scommesso su Simonetta Di Pippo, un’astrofisica, direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico, con sede a Vienna, e con una lunga carriera prima nell’Agenzia spaziale italiana e poi nella stessa Esa.
A quel punto, però, agli attuali desideri insoddisfatti per un posto al sole in Europa sembrano essersi sommate vecchie ruggini per le scelte compiute dal Movimento 5 Stelle ai tempi del Governo gialloverde, quando venne revocato dalla presidenza dell’Asi il fisico Roberto Battiston, da sempre vicino ai dem e che il ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha poi voluto nel Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale. All’Esa è arrivata così anche la candidatura spontanea di Battiston. I delegati, trovandosi davanti a una incredibile doppia candidatura italiana, hanno quindi deciso di bocciare entrambe, convergendo su quella spagnola.
LA CONTROMOSSA. Davanti a una simile occasione mancata, in cui Roma era partita avvantaggiata, sono piovute critiche sul sottosegretario Fraccaro, che ha la delega alle politiche dello spazio. “Dobbiamo riprendere in mano il dossier aerospazio, tornare centrali. Alziamo la voce”, ha tuonato il ministro Franceschini. E bordate sono arrivate pure dall’opposizione. “L’Italia da favorita rischia di essere subalterna a causa di una candidatura debole espressa dal Governo.
Fraccaro batta un colpo”, ha sostenuto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia. Nonostante le schermaglie tra partiti, una soluzione vantaggiosa per il Paese però alla fine è stata trovata. A succedere al tedesco Johann-Dietrich Wörner sarà infatti l’austriaco Josef Aschbacher, italiano d’adozione, da 16 anni in Italia, capo di Esrin, il Centro Esa per l’osservazione della Terra di Frascati, nei Castelli Romani, impegnato nel telerilevamento.